Siamo un popolo fortunato: viviamo nel bello. La Bellezza ci nutre sin da piccoli, è l’ingrediente della nostra pasta, un privilegio di nascita, democratico nella sua capillarità territoriale. Non è tuttavia soltanto una gioia per i nostri occhi e le nostre anime: la Bellezza è a tutti gli effetti un fattore produttivo e un potente motore della nostra economia.
Ed è proprio questa «Economia della Bellezza» su cui Banca Ifis sta facendo ricerche e approfondimenti: è un comparto che produce ricchezza trasformando in business l’identità e le tradizioni nostrane – rappresenta il 29% del Pil italiano, con un contributo crescente negli anni in termini di valore aggiunto.
A questo insieme virtuoso e redditizio, che esprime in primis una visione del mondo, appartengono le imprese del turismo culturale e paesaggistico, ma anche quelle mosse dalla responsabilità sociale e dalla sostenibilità e, soprattutto, quelle design driven – Moda, Gioielleria, Casa, Automotive, Cosmetica e Agroalimentare – che mettono al centro la bellezza come elemento distintivo, integrando estetica e funzionalità.
Ma cosa succede quando l’Economia della Bellezza incontra l’Intelligenza Artificiale? Quali sono le conseguenze di un connubio apparentemente contraddittorio tra l’espressione della tradizione e dell’artigianalità e lo strumento principe dell’innovazione tecnologica? Può la creatività umana prescindere da quel grande elefante nella stanza destinato a cambiare le nostre vite?
Sono questi e molti altri gli interrogativi a cui prova a rispondere Banca Ifis nel volume Economia della Bellezza nell’era dell’Intelligenza Artificiale.
Alla sua quinta edizione, l’indagine di Banca Ifis si concentra sulla relazione, inevitabile e indifferibile, tra il saper fare italiano e l’AI, in una sfida che, come dichiara il presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, «non è tecnologica, ma culturale: imparare a integrare l’AI nel nostro patrimonio creativo senza snaturarlo».
La survey di Banca Ifis mostra che l’87% delle imprese italiane che ha investito in AI la consideri un supporto alla creatività. In particolare l’Economia della Bellezza rivela un’attitudine aperta e versatile, nella consapevolezza che la tecnologia possa essere un alleata del talento, in grado di generare crescita, di migliorare la redditività e di ridurre i costi.
Il libro – il cui estratto sarà disponibile in edicola insieme a Vanity Fair (n. 39), con la possibilità di scaricare la versione integrale – si concentra sul concetto di Super creatività, un connubio virtuoso tra tradizione e innovazione, tra creatività umana e capacità tecnologica.