In breve: Situazione in Italia e variante Stratus
- Nelle ultime settimane è tornato a crescere il numero di casi di COVID-19 segnalati, con un contributo importante apportato dalla diffusione della sottovariante XFG, soprannominata variante Stratus.
- I sintomi sono in gran parte sovrapponibili a quelli riportati con altre varianti e sottovarianti di SARS-CoV-2 in circolazione (raffreddore, tosse, mal di gola, febbre), con segnalazioni frequenti di raucedine e mal di gola molto intenso.
- Secondo la valutazione iniziale del rischio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il rischio aggiuntivo globale è “basso”, i vaccini aggiornati restano appropriati contro la malattia sintomatica e grave e gli antivirali principali (impiegati, lo ricordiamo, in casi selezionati) non mostrano segnali di perdita di efficacia.
- La circolazione della variante Stratus cresce in vari Paesi (con quote rilevanti in particolare negli Stati Uniti) e anche in Italia si osserva un incremento dei casi, con un quadro clinico gestibile nella maggior parte dei soggetti, ma che richiede attenzione maggiore nei fragili.
- In particolare, in vista dell’autunno gli esperti raccomandano di rafforzare le coperture vaccinali negli over 60–70 e nei fragili.
Cos’è Stratus (XFG) e perché se ne parla
La variante Stratus (XFG) è una sottovariante di Omicron ricombinante nata dall’unione dei lignaggi LF.7 e LP.8.1.2. È stata designata come variante sotto monitoraggio (VUM, dall’inglese Variant Under Monitoring) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità all’inizio dell’estate 2025.
Dal punto di vista genetico, Stratus presenta un profilo di mutazioni nella proteina Spike differente rispetto a precedenti varianti in circolazione; tra queste, alcune alterazioni (ad esempio, T478K e N487D) sono note per favorire evasione parziale dagli anticorpi neutralizzanti.
Quindi Stratus è più contagiosa?
I modelli comparativi indicano che XFG mostra un vantaggio di crescita rispetto ad alcuni lignaggi co-circolanti (ad esempio, NB.1.8.1, BA.3.2, XEC.25.1), contribuendo al recente aumento di casi osservato in varie aree. Allo stesso tempo, la valutazione complessiva del rischio resta “bassa”, poiché non si associano segnali di maggiore severità, e l’evasione immunitaria aggiuntiva (benché presente) risulta modesta.
Perché i casi stanno aumentando?
Benché i casi di infezione da SARS-CoV-2 siano sempre presenti nel corso di tutto l’anno, negli ultimi anni si è notato un andamento stagionale del COVID-19: tra estate e inizio autunno i contagi (sempre presenti) tendono a crescere. Anche se l’attuale incremento viene al momento associato alla maggiore circolazione della variante Stratus (XFG), è probabile che siano diversi i fattori che, concorrendo l’un con l’altro, portano alla risalita dei contagi cui stiamo assistendo. Fra questi fattori ricordiamo, per esempio:
- Trascorrere più tempo in spazi chiusi e climatizzati: si tratta di ambienti in cui il virus trova condizioni favorevoli per diffondersi.
- Rientri dalle ferie e ripartenza di scuola e lavoro, con l’aumento dei contatti quotidiani.
- Protezione vaccinale in calo nel tempo, per l’affievolirsi dell’effetto dei booster ricevuti nei mesi precedenti.
L’aumento dei casi verificatosi in questi giorni, pertanto, non dipende solo da Stratus, ma da una combinazione di fattori stagionali, comportamentali e immunitari.
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I sintomi più comuni con Stratus
I sintomi causati dall’infezione sostenuta dalla variante Stratus non sembrano discordarsi molto dai sintomi manifestati nelle infezioni sostenute da altre sottovarianti circolanti.
Fra i sintomi che sembrano emergere più di frequente con la variante Stratus ritroviamo:
Alcune fonti riportano con enfasi il cosiddetto “razor blade sore throat” (mal di gola a lametta), cioè un mal di gola trafittivo particolarmente fastidioso: non indica di per sé maggiore gravità, ma impatta la qualità di vita nei primi giorni dell’infezione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea comunque che, al momento, non sono state descritte manifestazioni cliniche specifiche che distinguano XFG dalle altre sottovarianti Omicron; i profili osservati rientrano nei quadri già noti di COVID-19.
Mal di gola intenso: alcuni consigli utili
Per ottenere sollievo dal mal di gola intenso è utile:
- Mantenere il giusto grado di idratazione attraverso l’assunzione di molti liquidi;
- Umidificare gli ambienti;
- Evitare il fumo (attivo e passivo);
- Usare farmaci o integratori per alleviare il dolore, ma solo se non sono presenti controindicazioni e, naturalmente, solo dopo aver consultato il medico.
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Quando prestare particolare attenzione: i segnali d’allarme
Nella maggior parte delle persone sane, l’infezione da Stratus tende a essere autolimitante e a risolversi con una terapia sintomatica (riposo, assunzione di liquidi, antipiretici e analgesici se indicati). Tuttavia, è bene contattare il medico o il 118/112 in presenza di:
Le persone con età uguale o superiore ai 65 anni, immunodepresse o con comorbidità (ad esempio, patologie cardiache, respiratorie, diabete) sono più esposte a esiti severi. In caso di positività a SARS-CoV-2, è bene valutare precocemente con il medico se intraprendere la terapia antivirale, purché ci si trovi entro i primi giorni dall’esordio dei sintomi.
Cosa fare se compaiono sintomi (e come ridurre i contagi)
Cosa fare nell’immediato
- Eseguire un test al primo sintomo compatibile (tampone rapido o molecolare): aiuta a proteggere i fragili e ad accedere per tempo a eventuali terapie.
- Ridurre i contatti nei primi 5 giorni dall’esordio dei sintomi, soprattutto con soggetti fragili, come anziani e immunodepressi.
- Utilizzare dispositivi di protezione individuale (come le mascherine FFP2) se si hanno sintomi o si frequentano ambienti affollati/sanitari.
- Arieggiare gli ambienti e assicurarsi una frequente igiene delle mani.
- Stare a riposo, idratarsi e seguire le indicazioni del medico in merito a come comportarsi e a eventuali terapie farmacologiche.
Cosa fare se si fa parte di una categoria a rischio
- Contattare il medico in caso di positività: la terapia antivirale va valutata presto, entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi.
- Verificare lo stato vaccinale e considerare il richiamo secondo le indicazioni correnti per la tua fascia di rischio.
Dubbi e domande frequenti
Stratus dà sintomi diversi dalle altre varianti?
Ad oggi no: non emergono pattern clinici specifici che distinguono XFG da altre sottovarianti Omicron. La raucedine e il mal di gola intenso sono segnalati con frequenza, ma rientrano nello spettro già noto dei sintomi COVID-19.
Stratus è più “cattiva” o provoca più ricoveri?
Le evidenze OMS non indicano un aumento di severità né di esiti fatali rispetto ad altre varianti. In alcune aree del Sud-Est asiatico si è osservata crescita dei casi e dei ricoveri, ma senza segnali di maggiore gravità intrinseca della variante.
I vaccini aggiornati servono ancora?
Sì. L’OMS considera appropriati i vaccini attualmente disponibili nel fornire protezione contro malattia sintomatica e grave, anche in caso di infezione sostenuta da variante Stratus o XFG.
Gli antivirali funzionano?
Sì. Nessun segnale di resistenza clinicamente rilevante di XFG agli antivirali attualmente impiegati in terapia (in casi selezionati).
Quindi dobbiamo preoccuparci?
L’incidenza della variante Stratus (XFG) sta crescendo in più aree del mondo e contribuisce all’attuale risalita dei casi, ma il quadro complessivo non giustifica allarmismi: la severità non risulta aumentata, i vaccini aggiornati sono attesi efficaci contro le forme gravi della malattia e gli antivirali restano utilizzabili. La strategia vincente consiste, come spesso accade in presenza di malattie infettive, nella combinazione fra prudenza e prevenzione: test al bisogno, attenzione ai fragili, mascherine se sintomatici, arieggiamento degli ambienti in cui si soggiorna maggiormente e/o ci sono molte persone, igiene delle mani e aderenza ai richiami per chi è a rischio.
In questo modo è possibile convivere con il virus riducendo al minimo l’impatto sanitario e sociale.
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