Con due titoli europei in saccoccia, Totò Antibo, l’atleta siciliano più famoso degli anni ’90 insieme a Totò Schillaci, per allenarsi continuava a migrare dalla sua Altofonte in direzione dello Stadio delle Palme. Di lusso, ma pur sempre migrante. Per fortuna la Mazda, suo sponsor mondiale, gli aveva regalato un’auto fiammante e tutto diventava più semplice. Ma lui la pista la voleva al suo paese e la chiedeva ogni volta che incontrava assessori regionali e provinciali.
Storia di 35 anni anni fa, ma ancora attuale se è vero che sono decine le squadre in cerca di un campo, di una vasca o di un parquet per disputare allenamenti e attività agonistica. Quel campo di Altofonte, rimane ancora oggi senza pista, ma per fortuna le piste in città adesso sono due, lo stadio delle Palme e il Cus. Adesso su quello stesso campo dedicato a padre Puglisi, fra verdissime colline, oltre ai calciatori di Altofonte, hanno trovato spazio anche i ragazzi del Rugby Palermo, i vagabondi dello sport palermitano, vincitori di quattro campionati regionali su cinque, che pur di allenarsi e disputare i campionati delle varie categorie sono stati in passato al campo Fincantieri e alla caserma Scianna. Si tratta di una soluzione provvisoria, perché il campo sarà disponibile finché il Comune manterrà l’affidamento del campo al Cus Palermo. E dire che esiste una convenzione fra la federazione rugby e il comune di Palermo per l’affidamento dei campi Malvagno, ma questi sono rimasti inutilizzati: troppi impedimenti dovuti alla presenza dei vincoli paesaggistici della Favorita.
Va anche peggio ai nuotatori e ai pallanuotisti sfrattati dalla piscina olimpica chiusa per restauri: la pallanuoto è migrata a Terrasini, alcuni nuotatori si sono indirizzati al polisportivo del Cus, mentre la tanto decantata vasca alternativa al centro commerciale Conca d’oro è solo un cantiere e niente più.
Situazione critica anche nel calcio dilettantistico, dalla prima alla terza categoria: sono tante le squadre che chiedono ospitalità, di settimana in settimana, dal Romagnolo al Borgo Vecchio. E a ben vedere, anche la più titolata squadra dell’Isola, il Palermo, per non avere problemi è stato costretto a costruirsi a Torretta il suo centro sportivo, il Palermo Football Academy.
L’altro campo in erba della città, il polisportivo del Cus Palermo, è infatti impiegato dall’omonima squadra che milita nell’eccellenza e dalle squadre giovanili e rimane a disposizione delle nazionali, qualora si dovesse presentare la necessità di un campo alternativo al Renzo Barbera.
Palermo calcio popolare ha chiesto a gran voce la creazione di campi a prezzi calmierati. Gli impianti, infatti, sono quasi tutti in mano ai privati. Mancano campi, mancano piccoli impianti di quartiere e non si riescono a soddisfare le esigenze di pallavolo e pallacanestro, a cui si aggiungono anche new entry come il cricket. Perché qualora nessuno ci abbia fatto caso, Palermo da trent’anni è multietnica e i tamil, sempre più numerosi, vogliono giocare a cricket. Per il momento ripiegano al Foro Italico e alla scuola media Falcone.
Il diritto allo sport, dunque, rimane molto spesso una promessa e niente più.
Nei prossimi mesi dovrebbero concludersi i lavori al palazzetto dello sport di Fondo Patti. Un impianto che è un po’ la metafora della gestione degli impianti sportivi cittadini: una cattedrale dello sport, di solida e bella architettura, impiegata solo per qualche anno e poi abbandonata per negligenza comunale dopo una tempesta che nel 2008 aveva scoperchiato il tetto.