Tom Pidcock risponde nuovamente presente alla Vuelta a España 2025. Messo sotto pressione dalla Red Bull – Bora – hansgrohe di Jai Hindley, il leader della Q36.5 Pro Cycling ha reagito in maniera esemplare in questa terza settimana, guadagnando qualche secondo nelle ultime due frazioni. Dopo aver infatti ieri leggermente distanziato il rivale nel finale, guadagnando così un maggiore abbuono e i due secondi presi al traguardo, oggi il britannico conferma la sua evoluzione anche a cronometro, realizzando un tempo di tre secondi inferiore rispetto a quel del rivale diretto, tanto che ad eccezione di Matteo Jorgenson e della coppia che si sta giocando la vittoria finale, il classe 1999 è stato il migliore tra gli uomini nella top 10 della generale.

Penso che sia stata probabilmente la mia migliore cronometro di sempre, visti i numeri che ho fatto, quindi sì, posso essere abbastanza soddisfatto – ha commentato dopo il traguardo, non nascondendo il suo sorriso – Non ci siamo concentrati affatto sulla cronometro prima di questa, volevamo migliorare le mie qualità in salita e tutto il resto. Sì, ho fatto una sessione di cronometro a squadre e una cronometro a squadre. Mi sentivo benissimo, onestamente”.

Terzo a  2’39” da Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), si ritrova dunque ora con 39 secondi di vantaggio sullo scalatore australiano, al quale resta ora la sola tappa di Bola del Mundo per cercare di spodestarlo. Senza voler entrare nel merito della decisione di accorciare la cronometro, il 26enne britannico non nasconde di aver invece accusato quanto successo a Bilbao: “La tappa mi ha prosciugato mentalmente e sì, penso di aver sofferto nell’ultima parte della seconda settimana – ha ammesso – Ma questa settimana mi sento di nuovo come nella prima parte della gara, mi sento benissimo. Sono decisamente fiducioso, ma non mi adagio sugli allori”.

Eventuali nuovi problemi legati alle tappe potrebbero nuovamente condizionarlo? Il due volte campione olimpico in MTB sembra aver trovato la ricetta per la serenità: “No, perché non presto attenzione, non mi faccio coinvolgere, non faccio parte del gruppo dei corridori, Damien Howson si occupa di tutto questo, quindi sì, mi concentro solo su ciò che è importante – spiega – È meglio concentrarsi su ciò che dobbiamo fare e, se qualcosa cambia, adattarsi in seguito”.