«Io vagabondo», «Dio è morto», «Un pugno di sabbia». I loro brani sono leggenda, un pezzo di storia della musica. E domani sera i Nomadi faranno tappa con il loro Live Tour a Castelnuovo Scrivia, per la 26ª Giornata Franca Cassola Pasquali: musica e solidarietà per la Senologia di Tortona. Inossidabili, inscalfibili, un concentrato di energia. Dice Beppe Carletti, tastierista e fondatore del gruppo: «La nostra è una storia unica in Italia ed è impossibile avere degli eredi perché i tempi sono cambiati».
l’evento
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Riempite le piazze da 60 anni, le giovani star che oggi fanno sold out immediati in stadi e palazzetti dureranno quanto voi?
«Non fa parte della mia cultura la musica che va oggi per la maggiore, posso cercare di capirla ma faccio fatica, i cantanti si esprimono nei loro testi con linguaggi un po’ strani. Credo che quelli della mia generazione la pensino come me: arriviamo da una cultura molto diversa, però piacciono ai ragazzini, quindi va bene così».
La sua visione della musica è cambiata dopo tanti anni?
«La mia passione per la musica è sempre quella. Credo che la cosa più bella sia rimanere se stessi e i Nomadi lo fanno: con gli anni riusciamo a fare ancora tantissime serate e ai nostri concerti arriva sempre tanta gente, quindi il nostro modo di essere ci ha portato bene. Non siamo camaleonti della musica, mai stati dei modaioli, se no non ci saremmo più. Adesso sono di moda i jeans stretti, poi vanno larghi: per la musica non è così. La nostra forza, e lo dico con orgoglio, è non essere mai cambiati».
il colloquio
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Quale canzone dei Nomadi considera più importante e perché?
«Non ce n’è una in particolare, sono molti i brani che hanno fatto la nostra storia. La nostra bandiera è “Io vagabondo”, che cantano tutti, ma penso sia il nostro intero repertorio fatto di 370 canzoni ad avere valore: hanno costruito la nostra storia. Di banale c’è poco, ogni pezzo ha qualcosa da raccontare. Non è facile rimanere se stessi per 60 anni, però ci abbiamo sempre creduto, anche se non è stato facile e nonostante la scomparsa di Augusto Daolio. La vita è così. E continuiamo a credere nelle canzoni che incidiamo».
I Nomadi saranno a Castelnuovo Scrivia il 12 settembre
Come nasce una nuova canzone nei Nomadi? Qual è il suo ruolo nel processo creativo?
«Dipende da quello che ci circonda, dall’attualità, a volte si racconta di certi personaggi che hanno dato qualcosa per il loro Paese. Io faccio musica, posso leggere un testo e dire se mi piace o no, ma non sono un poeta».
Quali sono state le vostre collaborazioni fondamentali?
«L’incontro con Guccini è stato cruciale, poi quella con l’autore di Io Vagabondo (Alberto Salerno, ndr), ma chiunque potrebbe portarci una canzone che si adatta a noi».
Arriverà un nuovo album? «Abbiamo in programma l’uscita di un doppio live con la registrazione dei concerti fatti in teatro l’inverno passato. Quando ci capita l’occasione di apparire in televisione siamo ben felici. Venerdì saremo a Castelnuovo, poi andremo al Sud, ora siamo in Sardegna, vicino a Cagliari: ogni concerto per noi è un evento».
In memoria di Daolio avete fondato l’associazione «Augusto per la Vita», domani sarete a Castelnuovo per la Senologia. Cos’è per voi la solidarietà?
«Abbiamo sempre creduto che la musica possa aiutare in qualche modo, dare ulteriore slancio su questo fronte: siamo convinti che la salute abbia un valore prioritario nella vita di tutti i giorni».
il personaggio
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