Questa sera, nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa di Genova, il Presidente del Genoa, Dan Sucu, è stato fra i relatori dell’incontro dal titolo “Genoa e il Calcio. Un nuovo ponte tra le economie di Italia e Romania”. Dan Sucu ha figurato non solo nelle vesti di imprenditore, ma anche di Presidente del club rossoblù e numero uno di Confederatia Patronala Concordia, la Confindustria romena.

I PRESENTI ALL’EVENTO | All’evento, moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore, Marco Bellinazzo, ha presenziato tutta la dirigenza del Genoa, dal CEO Blazquez al DG Ricciardella passando per il Chief Strategy Officer Galleni. Tra gli intervenuti i diplomatici dell’Ambasciata italiana in Romania (rappresentata da remoto dall’Ambasciatore Alfredo Durante Magoni) e quella romena in Italia (rappresentata da Gabriela Dancău, Ambasciatrice romena in Italia).

Nella Sala delle Grida anche rappresentanti di Regione Liguria (nella persone dell’Assessore al Turismo e al Marketing territoriale, Luca Lombardi), Comune di Genova (nella persona del vice sindaco Alessandro Terrile), Confindustria Liguria (nella persona della vice presidente, Chiara Piaggio, e General Counsel di Ansaldo Energia), Camera di Commercio Genova (nella persona del presidente Luigi Attanasio), Camera di Commercio Italiana in Romania e Spediporto (nella persona del presidente, Andrea Giachero). Non solo: tra i presenti anche i vertici di Pulsee Luce&Gas, sponsor di maglia del club rossoblù, nello specifico l’AD Alicia Lubrani.

LE PAROLE DI DAN SUCU | Le parole del Presidente rossoblù arrivano dopo quelle degli altri partecipanti, non in ultimo Roberto Musneci, Presidente CCIpR (Camera di Commercio Italiana per la Romania). Tutti hanno fatto ricorso ai numeri, tracciato a più riprese l’importanza delle connessioni tra Italia e Romania ed evidenziato l’autorevolezza imprenditoriale di Dan Sucu, evidenziata anche dagli ambasciatori coinvolti nell’evento. Il primo nome che cita Dan Sucu è quello di un genoano, che molto ha fatto in termini imprenditoriale per la Romania: Giovanni Villabruna di Confindustria Romania

“Pensando ad un imprenditore romeno e che possa fare qualcosa per il calcio italiano e genovese e pensando che arriva da un Paese ritenuto povero, dall’altra parte d’Europa, ci si chiede se abbiano sufficienti risorse per sostenere il Club più Antico d’Italia. Ma è vero che il Paese è così povero? No, forse lo era trent’anni fa. Ma solo negli ultimi vent’anni il PIL romeno si è sviluppato di quattro volte ed è arrivato vicino a 500 miliardi.

A chi mi avesse detto vent’anni fa che la Romania sarebbe andata oltre alla Grecia e all’Ungheria, che si sarebbe avvicinata alla Repubblica Ceca, che avrebbe avvicinato il reddito della Polonia, avrei pensato stesse scherzando – dichiara Sucu – Il miracolo economico della Romania è vero ed è il Paese, in Europa, che negli ultimi vent’anni si è sviluppato di più nell’Europa continentale. Solo un Paese lo ha fatto di più che è stata l’Irlanda, ma per altri motivi. Questa è la realtà. Chi ha creato questa realtà? Sei milioni di lavoratori romeni che lavorano in imprese private in Romania e 5 milioni che lavorano fuori dalla Romania, nei loro paesi di adozione, che mandano anche soldi a casa, alle loro famiglie. Qui, in Liguria, sono probabilmente 40mila, ma in Italia 1,2 milioni. A Londra, la seconda lingua più parlata dopo l’inglese è il romeno”.

“Mi hanno sollecitato anche a parlare non solo del mio Paese, ma anche della mia società, con la quale ho cominciato 32 anni fa, con quattro dipendenti e un piccolo negozio che era un quarto di questo edificio. In quattro anni siamo passati da 400 a 3mila dipendenti diventando il maggiore produttore, importatore esportatore di mobili della Romania, senza lavorare con lo stato e coi soldi pubblici. Questa è l’Europa dell’Est. Ogni imprenditore ha iniziato in modo molto egoista, io ho cominciato pensando di vendere mobili per gli uffici, perché pensai che nel 1990 non si sarebbero trovati a Bucarest. Avevo pensato di fare un piccolo affare per guadagnare 20mila dollari al mese. Nel 1993 significava che avrei potuto portare avanti i miei ragazzi e mia moglie. Per avere capitali per l’attività lavorativa avevo venduto casa di famiglia. Nel secondo mese feci 50mila dollari, nel terzo mezzo milione di dollari. L’anno successivo arrivai ad acquistare il 30% della produzione della fabbrica francese da cui mi rifornivo. Ora siamo uno dei maggiori investitori nel real estate, dove abbiamo oggi un giro di affari più grande rispetto al giro di affari principale. Quanto succede è molto semplice: tu ti occupi degli affari, gli affari si occupano di te. Bisogna restare semplici ed è la cosa più difficile del mondo”.

“Nel calcio, la mia prima conoscenza è stata tre anni e mezzo fa quando gli azionisti di un club importante di Bucarest, il Rapid, il più vecchio di Bucarest con oltre un milione di tifosi, arrivarono e mi dissero di aver avuto la possibilità di prendere il club da un fallimento. La squadra era già ripartita dalla quinta serie dopo il fallimento, mi hanno chiesto un investimento e ho fatto un aumento di capitale. A partire da tre anni fa, siamo tra i primi sei club della Romania. L’anno scorso abbiamo fatto quinti, non siamo felici e quest’anno vogliamo vincere le coppe europee. Avendo investito nel Rapid Bucarest, avevo capito che un’azienda piccola non può fare performance senza consolidare. Ho cercato partnership per il club e quando mi si è profilata la possibilità di investire nel Genoa, abbiamo fatto un approfondimento molto, molto breve e abbiamo deciso di investire. E sono molto contento di quanto fatto. Per darvi un po’ di ragioni del perché sono così felice? Ad agosto, a Moena, alla presentazione della squadra. Qui ho visto centinaia di tifosi a fare le loro vacanze, lontano da Genova, al fianco della squadra che amano, e mi è sembrata una cosa bellissima. Non posso poi che ringraziare quelle oltre mille persone che hanno investito nel bond con cui il Genoa ha ristrutturato la Badia, per usarla per i nostri ragazzi. Ne abbiamo ristrutturato un 70%”.

C’è spazio anche per gli obiettivi di quest’anno del Genoa. “Arrivare ai 40 punti prima possibile, poi parliamo di altre cose. Dobbiamo mettere alla prova le nostre risorse, che non sono poche, ma neanche enormi come possono pensare altri. Vogliamo fare bene, ma prima quaranta punti, prima possibile. Voglio chiudere con la garanzia che mi sento molto responsabile per il club e state sicuri che farò del mio meglio per fare andare le cose al meglio”. 

GLI ALTRI INTERVENTI | “Porto i saluti della Sindaca Silvia Salis, che è ancora impegnata in Consiglio Comunale, e il ringraziamento della città di Genova, che per vocazione è sempre stata una città dal respiro internazionale – ha dichiarato Alessandro Terrile, vice sindaco di Genova – L’auspicio è che Genova possa ritrovare una centralità internazionale: sarà difficile ritornare a quei livelli, ma molto dipende da imprenditori e capacità delle istituzioni di fare rete. Genova può contare su rapporti internazionali. Questa occasione della nuova proprietà del Genoa può certamente essere un punto di partenza per rafforzare e rilanciare un paese come la Romania che ha ottime relazioni col nostro Paese e fa parte dell’Unione Europea, quindi è difficile parlare di un paese straniero. Soprattutto per alcune generazioni. Certamente questa occasione non credo debba essere sprecata e anche a nome del Comune di Genova ringrazio Dan Sucu, il Genoa, la Camera di Commercio, la Regione Liguria. Abbiamo bisogno come genovesi e come amministratori pubblici, oltre che occuparci della quotidianità, anche di guardare l’orizzonte con uno sguardo un po’ più ampio. La nuova proprietà del Genoa ce ne dà l’occasione e mi auguro che questo convegno possa essere avvio di un percorso che possa portare frutti a Genova, agli imprenditori, a questo nuovo rapporto tra Italia e Romania”.

Nel corso dell’incontro spazio anche alle parole di Luca Lombardi, Assessore al Turismo e al Marketing territoriale della Regione Liguria, che spiega come nell’anno 2024 siano stati 166mila i cittadini romeni che hanno raggiunto la Liguria, auspicando peraltro che questo dato possa anche aumentare. “Fino ad oggi, nel considerare la relazione tra Romania e calcio italiano, il nostro pensiero andava ai giocatori romeni che hanno lasciato un’impronta significativa nel calcio italiano – ha dichiarato con un video registrato Gabriela Dancău, Ambasciatrice romena in Italia – Ora questo panorama si arricchisce grazie alla figura di Dan Sucu, un “giocatore” nel calcio italiano non tanto sul campo, quanto sul piano di management e degli investimenti sportivi”.

“L’investimento nel Genoa non è solo sportivo, ma un’espressione di fiducia nell’economia italiana. Per noi romeni questo momento è simbolico: la Romania non esporta più solo talenti, ma Dan Sucu fa parte di una serie di imprenditori audaci che, negli anni Novanta, scommisero sull’immenso potenziale del loro paese, edificando imprese dal nulla in un Paese animato da incertezze” ha concluso l’ambasciatrice, che ha voluto sottolineare non soltanto la presenza in Romania di aziende che hanno già messo piede in altre parti d’Europa, da Banca Transilvania a Bit Defender, ma anche i 6,5 miliardi di investimenti che fanno sì che l’Italia sia il secondo partner commerciale della Romania tra 2023 e 2024. Tra i dati che sarebbero emersi e sarebbero stati sottolineati nel corso dell’evento la presenza di oltre 20mila romeni residenti in Liguria.

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