di
Vincenzo Brunelli
Nel luglio del 2022 il commerciante era stato fermato con i 14 lingotti dal valore di 400.000 euro: stava partendo per Bucarest dove dei clienti avevano acquistato loro. L’iniziale sanzione da 40.000 euro è stata ridotta
Un ripensamento all’ultimo minuto che gli ha consentito di vedersi ridurre la sanzione. Gli addetti alla sicurezza dell’aeroporto di Bologna però ricorderanno a lungo l’accaduto. Un gioielliere nel luglio del 2022 aveva passato il primo varco per un volo internazionale che dal Marconi lo avrebbe dovuto portare a Bucarest.
Poco prima dei controlli però si è avvicinato agli operatori chiedendo di essere perquisito in disparte, sia lui sia i suoi bagagli. A quel punto sono intervenuti (come nella nota trasmissione televisiva «Border control» in onda su D-Max da alcuni anni) i funzionari doganali e la Guardia di Finanza e con sommo stupore aprendo una valigia hanno trovato ben 14 lingotti d’oro del valore di circa 400 mila euro, non dichiarati.
Il gioielliere e i 14 lingotti da 400.000 euro al Marconi
Il commerciante bolognese del settore orafo, doveva trasportare il prezioso carico in Romania dove una ditta locale attendeva la merce dopo averla acquistata regolarmente. Quello che invece non era affatto regolare riguardava la mancata dichiarazione alla dogana dei lingotti. L’uomo avrebbe dovuto seguire una procedura ben precisa e dichiarare il carico, ma non lo ha fatto.
All’ultimo minuto ha avuto un ripensamento e stando al resoconto processuale è stato lui stesso ad invitare gli addetti ai controlli dello scalo bolognese a visionare ciò che aveva in valigia, in disparte, come era nelle sue facoltà. Inevitabile viste le gravi omissioni del commerciante, il sequestro dei lingotti e una sanzione da 40 mila euro. Nei giorni scorsi il Tribunale civile di Bologna, però, ha ritenuto di dover accogliere solo in parte il suo ricorso riducendo la multa a 10 mila euro.
Il pentimento che gli ha fatto ottenere uno «sconto»
Proprio quel «pentimento» all’ultimo istante ha convinto il giudice Daniele Martino che nel caso specifico si possa ritenere provata la colpa ma non il dolo. La colpa perché ovviamente secondo il Tribunale bolognese l’uomo era perfettamente a conoscenza delle procedure che avrebbe dovuto seguire, visto il lavoro che svolge da anni, ma il fatto che non abbia poi tentato di portare a termine l’illecito ha portato a una mitigazione della sanzione. Il giudice ha quindi disposto in sentenza anche «la restituzione del materiale sequestrato previo pagamento della sanzione comminata».
Anche la mancanza di precedenti simili o di condanne penali hanno influito sulla decisione del giudice. Sul punto la sentenza è infatti molto chiara: «Nel caso di specie da un lato deve rilevarsi come non risulti che il commerciante bolognese abbia subito sanzioni per altre condotte illecite onde per cui l’assenza di una recidiva gioca a favore dello stesso».
«L’essersi autodenunciato mostrava la volontà di non mentire»
Ma soprattutto avendo di propria iniziativa richiesto agli assistenti alla sicurezza di andare in disparte per un controllo sull’oro che aveva in valigia «significa che non vi era la volontà di esportare l’oro all’estero senza avvertire le autorità».
Insomma chiedendo di verificare, prima della partenza, che aveva con sé i 14 lingotti l’uomo ha voluto avvertire le autorità che lo voleva trasferire all’estero. «Di fatto ha quindi raggiunto quel risultato che si pone la stessa norma che obbliga la comunicazione all’imbarco». Se fosse stato scoperto e non avesse invece «confessato» in tempo le cose sarebbero andate diversamente. E’ il caso di dire meglio tardi che mai.
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11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 08:24)
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