Con il voto decisivo di Cristiano Zanin, la Prima Sezione della Corte Suprema brasiliana ha condannato l’ex presidente Jair Bolsonaro e altri sette ex membri del suo governo per colpo di Stato, organizzazione criminale, tentativo di abolizione violenta dello Stato democratico di diritto, danni al patrimonio pubblico e deterioramento di beni vincolati. La Corte stabilirà ora l’entità delle pene, che potrebbero arrivare fino a 43 anni di carcere per l’ex presidente.
La giudice Cármen Lúcia, come Alexandre de Moraes e Flávio Dino, ha ritenuto il leader di destra colpevole. Ieri il giudice Luiz Fux aveva votato chiedendo l’assoluzione dell’ex capo di Stato. Secondo i calcoli, il leader di destra rischia il trasferimento in carcere immediato.
“Prove evidenti di un piano per attaccare alle istituzioni”
Esistono “prove evidenti” che un’organizzazione criminale guidata da Jair Bolsonaro “abbia sviluppato e attuato un piano progressivo e sistematico di attacco alle istituzioni democratiche per minare i poteri costituzionali”, ha detto la giudice Cármen Lúcia nel presentare il suo voto al processo. Secondo Lúcia dal 2021 il Brasile ha affrontato una serie di pratiche “spurie” volte a infrangere il regime democratico e queste azioni “hanno seminato il seme maligno dell’antidemocrazia”, culminando nell’insurrezione bolsonarista dell’8 gennaio 2023, che “non è stato un evento banale dopo un pranzo domenicale”.
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Gli altri imputati
Gli altri imputati oltre a Bolsonaro sono Alexandre Ramagem, deputato federale ed ex direttore dell’Agenzia brasiliana di intelligence); Almir Garnier, ex comandante della Marina; Anderson Torres, ex ministro della Giustizia ed ex segretario della Pubblica sicurezza del Distretto Federale; Augusto Heleno, ex ministro del Gabinetto di Sicurezza Istituzionale; Mauro Cid, ex aiutante di campo di Jair Bolsonaro; Paulo Sérgio Nogueira, ex ministro della Difesa; e Walter Braga Netto, ex ministro della Difesa.
Il giudice Fux: “Prove insufficienti”
Per Luiz Fux – il primo magistrato, dopo i voti di condanna di Alexandre de Moraes e Flávio Dino, a votare a favore dell’assoluzione di Bolsonaro – “non c’è colpo di Stato senza che il governo eletto venga effettivamente rovesciato”. Poi ha aggiunto che la Corte Suprema non ha giurisdizione per giudicare Bolsonaro, ormai privo del cosiddetto “foro privilegiato”, il meccanismo costituzionale che attribuisce competenze giudiziarie speciali alle alte cariche dello Stato. Secondo il magistrato, tutti gli atti procedurali compiuti finora sarebbero nulli. Poi dopo aver illustrato a lungo la “totale assenza di prove”, Fux ha assolto l’ex presidente da tutti e cinque i reati contestati dalla Procura generale: tentativo di colpo di Stato, abolizione violenta dello Stato di diritto, associazione a delinquere, danni al patrimonio pubblico e deterioramento di beni vincolati.
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