Una ribelle, prima ancora di essere artista. Una donna orgogliosa e consapevole degli stereotipi ereditati dal recente passato, che mettono in luce esclusivamente il lato maschile della pittura, relegando le donne a semplici “muse”. A Leonora Carrington, questo ruolo sta stretto. Stretto fin dagli inizi, dalla sua infanzia passata in una buona famiglia alto-borghese, da cui si svincola dimostrando la sua voglia di indipendenza e di affermazione singolare. “Non ero la musa di nessuno. Non ne avrei avuto il tempo. Ero troppo occupata a ribellarmi contro la mia famiglia e a imparare come si diventa artista…“.
Determinata e dalla creatività selvaggia, assorbe tutto il possibile dalla letteratura dei libri illustrati di infanzia – da Carrol ad Edward Lear – intessendo nella sua produzione fiaba, atmosfere gotiche, folklore e surrealismo. Ne fa un concerto cromo-visivo affascinante ed enigmatico, che lascia il segno nella storia dell’arte. Ecco la storia completa di questa artista irriverente.
Chi è Leonora CarringtonUn’infanzia borghese tra letteratura e fiabe
Già lo abbiamo accennato: il destino fa nascere Leonora Carrington (Lancaster, 1917 – Città del Messico, 2011) in una buona famiglia della borghesia industriale inglese, molto colta, che desidera per la sua discendenza un’educazione altrettanto erudita. Perciò, fin da piccola è instradata alla grande letteratura per l’infanzia di allora: William Wymark Jacobs, James Stephens, Lewis Carroll, Beatrix Potter ed Edward Lear. Tutti nomi – e corredate illustrazioni – che incamera nella memoria e che faranno da base per i suoi primi esercizi di scrittura. Perché sì: Leonora Carrington non è solo pittrice, ma lascerà ai posteri anche una ricca dose di racconti e scritti. Già da piccola rielabora e descrive storie, in particolare con ricorrenti scene di animali, quali cavalli, tartarughe e gatti. Completano il quadro le creature del folklore irlandese, che ne influenzano profondamente la creatività.
L’articolo continua più sotto
Leonora CarringtonLeonora Carrington e il Surrealismo
Ribelle verso l’educazione del tempo, si fa espellere da diversi istituti, per poi giungere a Firenze, dove si avvicina alla pittura. Nella culla del Rinascimento, non può resistere al fascino di artisti del XIV e XV Secolo, come Francesco di Giorgio Martini, Giovanni di Paolo Rucellai e Sassetta. Ma anche Paolo Uccello e – spostandosi più a nord – Hieronymus Bosch. Contro la volontà del padre prosegue testarda la via della pittura, avvicinandosi, nel ‘38 ai Surrealisti. Max Ernest la seduce: è amore a prima vista; si unisce al movimento e prende parte all’Exposition International du Surréalisme di Parigi e poi di Amsterdam.
Tra racconti e pittura
Il sodalizio con Ernst prende forma nei racconti illustrati, di cui il primo è del 1937, La maison de la peur, arricchito dai collage del compagno. È il primo di una lunga serie, che ha come protagoniste figure femminili dall’identità biologica e sessuale incerta, in cui convivono tratti umani e animali.
La sua relazione con Ernst è vissuta come una dipendenza che sfiora la pazzia, soprattutto quando i due sono costretti a separarsi per i fatti connessi alla Seconda Guerra Mondiale. Quando lui viene internato in un campo di concentramento, lei scappa in Spagna, dove viene dichiarata pazza e rinchiusa in un manicomio.
Gli ultimi anni in Messico
La loro relazione finisce pochi anni dopo, sostituita presto da altri uomini che l’accompagnano nelle sue nuove esperienze in Messico. Giunta nella capitale nel 1942, Leonora Carrington inizia un nuovo periodo di fiorente produzione artistica, che la fa notare da gallerie americane e messicane. Le viene inoltre commissionato un murale per il nuovo museo antropologico di Città del Messico, intitolato El mundo magico de los Mayas. Per ispirarsi, visita i villaggi del Chiapas, nel sud del paese, che documenta attraverso schizzi e disegni. Dopo gli ultimi anni passati tra racconti, pittura e lotta per l’affermazione dell’uguaglianza di tutte le forme di vita, morirà nel 2011.
1 / 4
Leonora Carrington, Grandmother Moorhead’s Aromatic Kitchen, 1974, The Charles B. Goddard Center for Visual and Performing Arts – Ardmore, Oklahoma © Estate of Leonora Carrington, by SIAE 2025
2 / 4
Leonora Carrington
3 / 4
Leonora Carrington, Green Tea The Oval Lady, 1942, MOMA
4 / 4
Leonora Carrington
La poetica di Leonora Carrington
Inconscio, sogno e psicanalisi freudiana: i temi cari a Leonora Carrington sono gli stessi venerati dai Surrealisti. Ma c’è di più in questa donna ribelle, che infarcisce le sue opere di autobiografia, atmosfere gotiche e creature ibride tra umano e ferino. Donne-cavallo, donne-fantasma,inserite in manieri notturni e foreste inquietanti e desolate.
Nei dipinti della maturità, realizzati in Messico, dominano invece i cieli stellati e gli spazi indefiniti, dai contorni sfumati. Si contano, accompagnate da un frequentissimo ricorrere di immagini di sangue, cadaveri e corpi in decomposizione. Ecco che nella sua produzione cannibalismo e omicidio sono presentati come atti consueti e legittimati.
I racconti illustrati di Leonora Carrington
Parlando dell’opera di questa artista non si possono omettere i suoi racconti. Espressione di pari valore dei dipinti, che concorre a definire una poetica che oscilla tra autobiografia, sogno e pazzia. Nelle sue pagine emerge tutta la sua vita: animali, alchimia, incubi della psiche e rimostranze religiose. Questi i soggetti che dominano narrazioni cariche di miti e follia, sempre impastati con una forte carica femminista.
Il “manichino” nell’opera di Leonora Carrington
Tra le tante immagini ricorrenti, una in particolare sembra suggerire – e denunciare – il ruolo in cui la “donna-artista” era relegata. Un manichino, una bambola. Musa ispiratrice dei “maestri”, artista autonoma e indipendente poco o mai riconosciuta. Un messaggio, quello lanciato da Leonora Carrington, che evidenzia le difficoltà di affermazione che lei e le sue compagne dovettero fronteggiare in una realtà dominata da pittori. Un messaggio che fa riflettere ancora oggi, laddove la parità di genere nell’arte è ancora un cammino incompleto.
Emma Sedini
Libri consigliati:
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
Scopri anche
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati