Dalla Germania all’Argentina al Giappone le testimonianze di persone che hanno eletto Napoli a loro approdo: il documentario di Gianluca Vitiello esce nei cinema il 13 settembre a Napoli, poi a Milano, Padova e Torino
“Il mio sogno era quello di vivere a Napoli per navigare in barca a vela il golfo”. L’architetto tedesco Klaus Schuwerk ha esaudito il suo desiderio scegliendo di vivere all’ombra del Vulcano da oramai più di 10 anni. Destino simile a quello di Diego Moreno, chitarrista e compositore argentino, che qui ci vive da oltre 30 anni. È a Napoli per amore Kimiko Nakamura che ha lasciato il Giappone per fare famiglia e creare una realtà che fa conoscere la città ai suoi conterranei. Tutte storie che Gianluca Vitiello, artista e speaker di Radio Deejay, ha raccolto nel documentario «Noi non siamo napoletani», dal 13 settembre nei cinema.
«Dopo aver raccontato Napoli con gli occhi di chi l’ha lasciata da tempo con il documentario Napolitaners, sentivo l’esigenza di tornare a raccontare la mia città cambiando punto di vista. Ho cercato personaggi con storie molto diverse e provenienti da posti molto lontani tra loro e dalla città. C’è l’India, l’Asia, l’America e l’Africa, l’Italia e l’Europa, una sorta di giro del mondo che finisce a Napoli. Ho provato a raccontare la loro vita prima di arrivare a Napoli ma soprattutto come il vivere la città ha cambiato il loro carattere e il loro destino», ha raccontato Vitiello che sabato 13 settembre alle ore 19 sarà a Casa Cinema Napoli per introdurre la proiezione del suo documentario.
Il titolo è ispirato ad un triste coro da stadio, che frange estreme del tifo usano come coro discriminatorio verso la città e la sua gente. Ma qui quel grido «Noi non siamo napoletani» assume un significato opposto, è insieme quel cruccio di non esserci nato, ma allo stesso tempo la possibilità di osservare la città attraverso uno sguardo meno condizionato e più realistico.
In 70 minuti – accompagnati dalla colonna sonora originale di Simone Paleari che canta anche l’inedito “Doce e Sale” insieme allo stesso Vitiello e il brano “L’Unica” di Gabriele Esposito – sono raccolte le voci di artisti, professionisti, pizzaioli, religiosi, di chi ci è arrivato dopo un viaggio in gommone dall’Africa, e di chi era affascinato dalla sua narrazione. Raccontano la loro prima volta, il loro arrivo, l’innegabile tripudio di sapori, sfidando i pregiudizi sulla pericolosità, e quello che la città ha regalato loro tra leggerezza, gioia di vivere e reazione alle avversità.
Tra questi anche la testimonianza dell’artista e attivista statunitense Jimmie Durham, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia scomparso nel 2021, che ha vissuto la città come grande fonte di ispirazione per le sue opere e che si è sentito a casa «perché folle e piena di problemi», ha ammesso con ironia.
Dopo la prima napoletana, il documentario prodotto e distribuito da Dna Lab, proseguirà il suo percorso a Milano all’Anteo Palazzo del Cinema (20 -21- 22 settembre), Padova al Future Vintage Festival (27 settembre), e Torino al Cinema Fratelli Marx (10 ottobre).
11 settembre 2025
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