Bruce Willis vive accudito 24 ore su 24 in un casa di cura. È la nuova realtà dell’attore di «Die Hard – Duri a morire» e «Trappola di cristallo», colpito da una malattia neurodegenerativa, la demenza frontotemporale. La moglie. Lasciare casa è stata una scelta dolorosa ma necessaria, raccontata in un’intervista televisiva dalla moglie Emma Heming e approfondita nel libro da poco uscito «The Unexpected Journey».
Bruce Willis, come sta l’attore?
Durante un’apparizione nel programma americano «Good Morning America», Heming ha spiegato che Willis è stato trasferito in una nuova abitazione, nelle vicinanze della casa familiare, dove riceve cure specialistiche 24 ore su 24. «Ora so che Bruce riceve le migliori cure, il 100% del tempo», ha dichiarato la moglie dell’attore, visibilmente commossa. La malattia, che colpisce le capacità cognitive, il linguaggio, il comportamento e la personalità, ha reso impossibile mantenere una routine familiare tradizionale. Per questo motivo, la coppia ha deciso di separare gli spazi di vita. «Bruce ha bisogno di un’assistenza costante, che purtroppo non è più compatibile con la vita quotidiana insieme alle nostre figlie», ha spiegato Heming.
«Prepraro le nostre figlie alla sua morte»
Nel libro appena pubblicato, sottotitolato Trovare la forza, la speranza e ritrovarsi lungo il cammino degli assistenti familiari, Heming racconta in prima persona le difficoltà quotidiane nel ruolo di caregiver.
Tra i temi affrontati, anche la difficile decisione di separare fisicamente il padre dalle figlie. «Voglio dare un po’ di spazio alle nostre bambine», scrive la madre, «e allo stesso tempo prepararle, per quanto possibile, alla morte del loro padre».
Un’affermazione che può sembrare dura, ma che riflette la realtà che la famiglia si trova ad affrontare. «So che può sembrare cupo e sconvolgente», ammette Heming, «ma è la cruda verità del mondo in cui mi trovo a navigare, cercando di proteggere le nostre figlie nel miglior modo possibile».
Il coraggio di Emma Heming nel raccontare pubblicamente il calvario vissuto in privato ha ricevuto molti elogi, aprendo anche una finestra importante sul tema delle malattie neurodegenerative e sul ruolo spesso invisibile di chi si prende cura di un proprio caro malato.
Ultimo aggiornamento: venerdì 12 settembre 2025, 10:46
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