di
Pierpaolo Lio

L’arresto dei carabinieri di Lecco e Milano per detenzione di arma clandestina e ricettazione. Nella perquisizione alle 4 del mattino nella stanza di un «Aparthotel» milanese in zona Città Studi trovata una pistola con matricola abrasa, hashish e denaro contante

Le sue ultime tracce social suggeriscono già il finale. Dopo le stories dell’ovazione appena raccolta dal pubblico, c’è Zaccaria Mouhib solo, in penombra, illuminato da una luce blu intermittente. La colonna sonora spiega quanto sta accadendo. Quel «la po-li-zi-aaa, nooo» non è però firmata Baby Gang, nome d’arte del trapper da milioni di ascolti. È un prodotto dell’AI che spopola su Tik Tok. Il seguito è facile da immaginare. E per il 24enne non è una novità. I carabinieri di Lecco e Milano lo arrestano (di nuovo) in flagranza per detenzione di arma clandestina e ricettazione. Nella perquisizione alle 4 del mattino nella stanza di un «Aparthotel» milanese in zona Città Studi gli trovano una pistola con matricola abrasa, oltre a qualche grammo di fumo, e tanti contanti.

L’arma l’aveva nascosta in un mobile della cucina. Altre due gliele trovano a casa, a Calolziocorte, nel Lecchese. Erano imboscate in un doppiofondo scovato dal fiuto di un cane. Ma a riportare i carabinieri dal trapper è l’indagine più ampia (su un giro di armi e droga che lo vede estraneo) scattata dopo il sequestro del «bambino»: e cioé un Ak-47 Kalashnikov, il mitra da guerra per eccellenza, nella versione prodotta nell’ex Cecoslovacchia. Lo sfoggiava, e lo maneggiava due anni fa nei videoclip delle hit «Bentley» e «Mocro mafia». Solo quest’ultimo ha macinato 83 milioni di visualizzazioni. Segni e graffi certificano che è la stessa arma. In un caso, e per questo è indagato, lo imbraccia anche Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, 23 anni, anche lui trapper di successo con una sfilza di guai con la giustizia.



















































Quel fucile a gennaio 2024 è stato sequestrato a un 31enne che lo custodiva in un borsone che gli era stato consegnato da Mevljan Hetem, macedone 28enne arrestato nell’ambito dell’inchiesta lecchese con le accuse di detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra, oltre che per un giro di cocaina — descritta in un’intercettazione con il neologismo «sassolosa» — che muoveva 12mila euro al mese. Con Mevljan, trovato tra l’altro con una pistola usata nella «faida fra trapper» (la sparatoria del 2 luglio 2022 vicino corso Como per cui sono già stati condannati Baby Gang e Simba La Rue), ieri in carcere sono finiti anche il fratello 22enne Mevljudin, il padre 50enne Zilbehar e lo zio 41enne Rasim Dalipi, residenti in Valsassina.

Un paio d’ore prima della «visita» dei carabinieri, Baby Gang era sul palco, ospite del «collega» Emis Killa in concerto a Milano. Aveva potuto farlo grazie a una deroga alla sorveglianza speciale a cui è sottoposto dall’anno scorso. È una delle autorizzazioni che — scrive la pm milanese Maura Ripamonti nella richiesta di convalida — il 24enne, la cui pericolosità definisce «elevata», sfrutterebbe per «commettere altri reati e per manifestare, nei suoi brani e nelle sue esibizioni, un evidente disprezzo verso le autorità».


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12 settembre 2025 ( modifica il 12 settembre 2025 | 11:41)