I vaccini sono un tema caldo in questa estate 2025. Dopo le fibrillazioni sui componenti del Nitag – poi azzerato dal ministro della Salute – e sul futuro di Orazio Schillaci a Lungotevere Ripa, sono partite le bordate contro l’obbligo vaccinale. Ma perché si torna a parlare di questo tema, e quanti sono i vaccini obbligatori in Italia?

Vaccini obbligatori, quali sono e perchè

Nel nostro Paese dal 2017 (legge Lorenzin) le malattie per le quali è prevista la vaccinazione obbligatoria tra infanzia e adolescenza sono dieci: la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B, le infezioni da emofilo (Haemophilus influenzae di tipo b), la poliomielite, il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella. I bambini non vaccinati non possono frequentare asili nido e scuole per l’infanzia. Obiettivo, proteggere i piccoli e ridurre la circolazione di malattie che – dopo anni in calo – ‘stavano rialzando la testa’.

“I vaccini dopo l’acqua potabile hanno salvato più vite umane. Quindi l’obbligatorietà per certi vaccini non è una questione di sinistra o destra o centro o altro, non è politica ma scienza, scienza basata sull’evidenza”, ribadisce a Fortune Italia l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, stigmatizzando “una bagarre inutile: chi fa scienza, la fa pensando al bene delle persone. Scienza e politica devono andare su vie parallele: la prima dà le indicazioni, la seconda decide cosa fare. Un esempio arriva dal morbillo in Usa: nessuna o una scarsa vaccinazione, ed ecco focolai epidemici e decessi”.

Caso morbillo, non solo negli Stati Uniti

In realtà ad alimentare – anche via social – la diffidenza nei confronti dei vaccini è, da tempo, un’antica bufala dura a morire. Nel mirino proprio la vaccinazione contro morbillo paroritite e rosolia (Mpr) e un presunto legame con l’autismo. Sollevata per la prima volta negli anni Novanta da uno studio inglese firmato da Andrew Wakefield, la notizia è stata poi giudicata frutto di un vero e proprio falso: ‘The Lancet’ ha ritirato l’articolo incriminato e nel 2012 Wakefield è stato definitivamente radiato dall’Ordine dei medici britannico. Ma putroppo il falso studio circola ancora.

Così oggi quasi un italiano su dieci è suscettibile al morbillo, non ha cioè nessuna copertura immunitaria contro il virus data dal vaccino o dall’infezione. Con i giovani fra i 20 e i 40 anni particolarmente a rischio in molte regioni, secondo un recente studio coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dalla Fondazione Bruno Kessler, pubblicato The Lancet Infectious Diseases.

Per lo studio sono stati analizzati i quasi 15mila casi di morbillo (con 14 morti) notificati nel nostro Paese tra il 2013 e il 2022. Mentre solo quest’anno si segnalano da gennaio 391 casi di morbillo, di cui 52 nel mese di giugno (in calo rispetto ai 71 di maggio).

Tra diritti e doveri

E allora? “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale. Quindi, come recita l’articolo 2 della  Costituzione, tutti noi che facciamo parte di una società abbiamo diritti e doveri – commenta Ciccozzi – Il vaiolo è stato eradicato nel 1979 grazie alla vaccinazione. Ora il pericolo è che, poiché la vaccinazione non si fa più, questa possa diventare una malattia riemergente.

“La politica sanitaria Usa per il morbillo sta avendo delle conseguenze, mentre i dati del bollettino Iss si fermano al 30 giugno. Allora mi chiedo come mai? Non è che il morbillo va a dormire a luglio e agosto”, continua Ciccozzi.

Fornire dati certi e aggiornati è importante affinché, ragiona l’epidemiologo, anche i cittadini facciano scelte informate, tutelando la propria salute e quella dei propri cari. E la politica prenda decisioni basate sulle evidenze scientifiche.

Vaccini tra scienza e politica, il caso Nitag e lo stop all’mRna