In vista della prossima Manovra si cerca un punto di equilibrio sulla rottamazione quinquies: una partita importante si gioca sulle rate. Com’è cambiato nel tempo il piano di scadenze?
Dal viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ancora una volta arriva una conferma sulla rottamazione quinquies: “nessuno nella maggioranza è contrario”, ha detto nella giornata dell’11 settembre.
Allo stesso tempo il padre della riforma fiscale non perde l’occasione per ribadire che va fatta “cum grano salis”, trovando un punto di equilibrio tra la proposta presentata dalla Lega e la necessità di non riaprire le porte della definizione agevolata a tutti e tutte indistintamente.
Sull’impostazione da dare è già al lavoro la Commissione Finanze del Senato che entro la scadenza del 22 settembre dovrà accogliere i diversi emendamenti.
Dal confronto parlamentare si dovrebbe arrivare all’impianto di quella che dovrebbe essere una “pace fiscale definitiva” e che sarà, quasi certamente, anche selettiva.
Rottamazione quinquies: importanti novità sulle rate allo studio
Il punto di partenza è la rateizzazione lunga di firmata dalla Lega. E sulla prossima rottamazione una partita importante si gioca proprio sulle rate, sul loro peso e sul loro numero.
- Sospensione dei termini di prescrizione e decadenza;
- Sospensione di precedenti dilazioni di pagamento;
- Divieto di iscrivere nuovi fermi amministrativi o ipoteche;
- Divieto di avviare nuove procedure esecutive o di proseguire quelle già in corso (a meno che non sia già avvenuto il primo incanto con esito positivo);
- Il debitore non è considerato inadempiente per il rilascio del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva).
Nella proposta di legge presentata lo scorso febbraio ci sono diverse novità, tra queste:
- una rateizzazione lunga delle cartelle in 120 rate e quindi 10 anni;
- l’assenza di maxi rate;
- la decadenza dopo 8 mancati versamenti. Oggi ne basta solo uno per perdere i benefici della definizione agevolata.
Questi tre elementi sono tra quelli più caratterizzanti, ma sono anche quelli da monitorare con più attenzione per sciogliere il nodo dell’utilizzo strumentale delle definizioni agevolate, sottolineato con forza anche dalla Corte dei Conti in più occasioni.
Rottamazione quinquies: il difficile equilibrio su numero delle rate
Il grande scarto tra le adesioni iniziali e i pagamenti effettivi, che negli anni è cresciuto sempre di più, dimostra che in alcuni casi la richiesta di pace fiscale serve in realtà per avere una tregua: prendere tempo e rallentare le procedure.
Se da un lato c’è l’intenzione di intervenire su questa prassi escludendo i cosiddetti recidivi, dall’altro una impostazione di questo tipo, con tabella di marcia e tempi di decadenza più ampi, potrebbe dare una previsione sempre meno affidabile delle possibili entrate.
Guardando al passato, è chiaro che la rateizzazione lunga non è un dettaglio, ma una innovazione che cambia profondamente i meccanismi di pace con il Fisco.
La stagione delle rottamazioni è stata inaugurata con un piano di rate molto esigue e tempi decisamente ristretti rispetto alle ipotesi attuali: 5 rate, poco più di un anno per i versamenti e l’impegno di versare importi importanti ai primi appuntamenti. Per poi passare nelle ultime edizioni a 5 anni e 18 versamenti.
marzo 2017
maggio 2018
Domanda entro 30 giugno 2023 Per i decaduti riammissione entro 30 aprile 2025
Paradossalmente, però, guardando ai dati sugli incassi diffusi sulla Corte dei Conti, tra la prima e la terza rottamazione le perdite maggiori si sono avute nel secondo caso, con un piano di rate più lungo e importi più esigui.
Nel caso della nuova rottamazione allo studio c’è un altro elemento di novità che dovrebbe arginare l’ampio scarto che si crea tra entrate attese ed effettive, ed è la decadenza dopo 8 mancati versamenti a cui si deve guardare considerando anche la cadenza mensile delle rate.
In ogni caso accanto all’ipotesi di allontanare il rischio della fuoriuscita dei contribuenti dal perimetro della definizione agevolata dando più chance, c’è anche una certezza: la decadenza lunga aumenta l’attesa e l’incertezza sulle somme che effettivamente potranno essere recuperate dallo Stato tramite la rottamazione.
Sono tutti aspetti di cui non si può non tenere conto nella nuova pace fiscale da inserire nella prossima Manovra. E l’equilibrio più delicato da raggiungere riguarda proprio il numero e il peso delle rate, rilevante non solo per i cittadini e le cittadine, ma anche per lo Stato.