Un italiano su dieci ha rinunciato, nell’ultimo anno, a visite o esami specialistici; negli ultimi 5, ottomila professionisti sanitari hanno presentato dimissioni volontarie dalle strutture pubbliche: scenario in crisi quello della sanità nazionale, la colpa? Secondo il report annuale Istat, le lunghe liste d’attesa e un processo di accompagnamento alla cura che manca e non arriva a tutti i cittadini. È con questa consapevolezza che il Comitato dei cittadini di Rovigo ha deciso di aprire, dal 15 settembre prossimo (e per i lunedì successivi) dalle 16 alle 18, il nuovo sportello di ascolto e sostegno.
L’iniziativa del comitato, fondato lo scorso maggio dalle associazioni “Forum dei cittadini” e “Civica per Rovigo” (con 58 soci e ben 15 volontari qualificati e a disposizione gratuita), ha aderito al Covesap (coordinamento dei comitati veneti per la difesa della sanità pubblica) l’ente che ha già aperto nelle 7 provincie della regione oltre 50 sportelli. Nel concreto offrirà supporto al cittadino nel far valere il proprio diritto a ottenere una prestazione con finalità diagnostiche, prescritta dal proprio medico di base o specialista, entro il tempo massimo fissato avvalendosi preferibilmente di una struttura pubblica.
“Il servizio che offriamo – ha spiegato alla conferenza stampa ieri, nella sede di via Oberdan, la portavoce-presidente Lucia Palmieri – aiuta a redigere un ricorso in autotutela, ai sensi del decreto legislativo 502/1992 da inviare via pec al direttore generale dell’Ulss5 e all’Urp aziendale con un modulo dettagliato nel quale viene descritto il caso, con evidenziate le violazioni dei diritti riconosciuti al cittadino, e infine richiesto il rispetto di questi”. Lo sportello, è stato precisato, è il secondo dopo quello già operante da gennaio a Trecenta ma l’intento è uno, ha ribadito la portavoce: “Lavoreremo in favore della sanità pubblica e non contro, infatti, già dall’avvio del nostro progetto a Rovigo abbiamo chiesto un incontro con il direttore generale Girardi per presentarci”.
Il nostro obiettivo, ha continuato: “Corrisponde al suo: avere cura dei cittadini con particolare attenzione alle fragilità. Nel primo anno di attività del Covesap regionale, sono state inviate 2.146 istanze e circa un altro migliaio è stato preso in carico. Tra le principali criticità riscontrate rimangono la permanenza dei tempi d’attesa, in particolare sulle prime visite con priorità d e p e ancora di più sui controlli”. E ancora: “La nostra è un’attività che, in realtà, non dovrebbe esistere, in quanto dovrebbe essere posta in essere dal servizio sanitario pubblico. E’ inaccettabile che la gente si costretta a rivolgersi al privato, affrontando spese elevatissime o addirittura rinunci a curarsi”.