La rete ospedaliera, o meglio la sua bozza, non piace ai deputati di opposizione, nemmeno a quelli di maggioranza.
Ci sono carenze di posti letto in alcune province, dicono.
In provincia di Trapani per il deputato PD Dario Safina la bozza dei posti letto degli ospedali del trapanese “È la certificazione dell’abbandono di un intero territorio”.
Safina si sofferma sulla chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia a Pantelleria: “Mi si dice che le future mamme non saranno lasciate sole, che ci sarà sempre un ginecologo reperibile. Ma come si può pensare che questo basti? Dove sono i percorsi di assistenza per le gravidanze? Chi seguirà le donne nei mesi più delicati della loro vita? Si può davvero credere che un consultorio – peraltro sottodimensionato – possa sostituire un reparto ospedaliero? È una scelta che condanna le partorienti a spostamenti difficili, quando non impossibili, e conferma che per la Regione le isole minori restano una periferia da sacrificare”.
Safina poi esprime la sua più forte condanna: “Il punto più grave, e su cui non posso tacere, è la totale assenza di risposte sulla cancellazione del reparto di urologia oncologica a Castelvetrano. Parliamo di un presidio che la stessa Regione aveva individuato come riferimento per tutta l’area occidentale della Sicilia. E ora? Silenzio. Questo silenzio è un affronto non solo ai professionisti che vi lavorano, ma ai pazienti che vi si curano ogni giorno. Un’intera comunità che rischia di perdere un punto di eccellenza per miopia e inerzia”.
Non è un piano sanitario per il deputato dem ma “Un compromesso al ribasso. È una risposta burocratica a problemi che sono umani, urgenti, quotidiani. Non possiamo accettare che si continui a tagliare senza investire, a chiudere senza rilanciare, a promettere senza costruire. La provincia di Trapani non merita questo trattamento. Non siamo una provincia di serie B”.
I sindaci: servizi equilibrati
A scrivere alla neo commissaria ASP, Sabrina Pulvirenti, e al direttore amministrativo, Danilo Palazzolo, sono i Sindaci e i Presidenti dei Consigli Comunali dei Comuni del Distretto Socio-Sanitario Alcamo – Castellammare del Golfo – Calatafimi, rispettivamente Domenico Surdi, Giuseppe Fausto, Francesco Gruppuso – sindaci – e Saverio Messana, Giuseppe Ancona e Patrizia Parisi, presidenti – chiedendo un’equa distribuzione dei servizi sanitari sul territorio. Al riguardo nella nota si chiede: “La conferma dei posti di medicina generale assegnati ad Alcamo, senza le attuali diminuzioni di due posti che incidono sulla carenza strutturale di offerta sanitaria nella zona nord della provincia. Si prende atto positivamente dell’attribuzione dell’unità coronarica presso il presidio alcamese che rappresenta un rafforzamento strutturale ed un riconoscimento per il territorio”.
La proposta è di reintrodurre il reparto di ostetricia e ginecologia presso l’ospedale di Alcamo considerato l’elevato numero di nascite che riguarda l’intero comprensorio del distretto. Infine di dotare il territorio di Alcamo di un nuovo presidio ospedaliero, moderno, funzionale e adeguato ai bisogni sanitari della popolazione: ” D’altronde l’ASP di Trapani ha già redatto il progetto definitivo per la realizzazione del Presidio Sanitario Polivalente nel territorio di Alcamo, sottoponendolo all’Amministrazione comunale, per l’istruttoria urbanistica conclusa con parere favorevole, già a maggio del 2024. Adesso spetta, conclude la nota, alla programmazione sanitaria regionale attribuire le necessarie ulteriori risorse economiche per finanziare completamente la struttura, completa di attrezzature volte a garantire il suo funzionamento, a beneficio dell’intera area nord della provincia di Trapani”.
De Luca, ascoltare i territori
Il capogruppo all’ARS per il M5S, Antonio De Luca, etichetta la bozza
della rete ospedaliera un disastro: “Occorre ascoltare i territori e convocare in commissione amministratori, dirigenti, comitati e personale. Occorrono pure i dati della rete territoriale, delle unità operative, delle reti collegate a quella ospedaliera. E’ una rete vecchia, anche se ancora deve nascere e che quindi soffre di ben 4 fattori condizionanti generali negativi:
1) Essendo una rete rimaneggiata su quella del D.A. 19/2022, che a sua volta modificava la rete precedente, ha una base ultradecennale che non considera l’inversione demografica nel frattempo occorsa. 2) Non considera i dati di attività delle singole situazioni provinciali nemmeno per grandi aree (chirurgica e medica). 3) Non considera i flussi intraregionali di bacino di utenza per specialità (flussi che ho più volte ufficialmente richiesto) che ci direbbero dove tagliare e dove incrementare o attivare con cognizione di causa. 4) Non si aggancia ai dati di mortalità specifica per patologia che ha delle discrepanze impressionanti tra le province, che sono la spia dell’insufficienza di efficacia dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) locali, con buona pace dell’equa accessibilità ai servizi ospedalieri indipendentemente dalla residenza. Un esempio per tutti? La mortalità per diabete, patologia a largo impatto sociale. Una situazione che in questo momento classifica utenti di serie A e serie B nella stessa regione e non considera le preoccupanti diversità di aspettativa di vita”.
Numero Europeo Armonizzato, è realtà
Il Ministero della Salute ha dato il via libera all’attivazione in Sicilia del Numero Europeo Armonizzato 116117 dedicato all’assistenza sanitaria per le cure non urgenti. Un passo avanti fondamentale per incentivare il ricorso alla Sanità territoriale e, conseguentemente, ridurre il sovraffollamento e gli accessi impropri nei pronto soccorso.
L’input è del presidente della Regione Renato Schifani, poi è arrivato il decreto a firma dell’assessore Daniela Faraoni nel mese di giugno 2025. Ad ottobre 2025 si partirà con l’attivazione sperimentale del 116117 sul territorio del distretto telefonico di una provincia della Sicilia. A seguire, appunto, l’estensione in tutta la regione.
Servirà per le prestazioni sanitarie e sociosanitarie non urgenti e concorre alla gestione della domanda assistenziale a bassa intensità o a bassa priorità.
Due le centrali operative previste: in Sicilia Occidentale (presso l’Arnas Civico di Palermo) e in Sicilia Orientale (presso l’ospedale Cannizzaro di Catania) e l’impiego- a regime- di circa 120/130 lavoratori Almaviva appositamente formati, così come è stato annunciato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo.
Le Centrali Operative NEA 116117 offriranno un servizio di front desk aperto e gratuito, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e permetteranno agli utenti chiamanti di entrare in contatto con un operatore “laico” che possa fornire assistenza, direttamente o attraverso il trasferimento di chiamata al servizio competente e/o al sanitario di centrale.
L’intero progetto è stato realizzato dalla Pianificazione Strategica diretta da Salvatore Iacolino, con gruppo di lavoro costituito da Vincenzo Ripellino, Tatiana Agelao, Francesco La Placa e Fabio Genco.