Rosanna Cesena
12 settembre 2025 13:38






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“Access to Services – Mental Health in Catastrophes and Emergencies” è il tema della Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Day 2025) che ricorre il 10 ottobre, per portare all’attenzione gli effetti della patologia sulla vita delle persone e come migliorare le cure.

Salute mentale nelle emergenze

Ogni anno, milioni di persone sono colpite da emergenze come conflitti armati e disastri naturali. Queste crisi, sconvolgono le famiglie, i mezzi di sussistenza e i servizi essenziali, con un impatto significativo sulla salute mentale. Quasi tutte le persone colpite soffrono di disagio psicologico, che migliora solitamente con il tempo. Una persona su 5 ( 22%) che ha vissuto una guerra o un conflitto negli ultimi 10 anni, soffre di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico, disturbo bipolare o schizofrenia.

Le persone con gravi problemi di salute mentale sono particolarmente vulnerabili durante le emergenze ed hanno bisogno di accedere alla assistenza sanitaria, ma vengono, purtroppo interrotti, in modo significativo i servizi e ridotta la disponibilità di cure efficaci.

Le emergenze possono aggravare le condizioni di salute mentale e i problemi sociali, come povertà e discriminazione e possono anche contribuire a creare nuovi problemi, come la separazione familiare e l’abuso di sostanze stupefacenti.

Linee guida internazionali nelle emergenze

Le Linee guida internazionali raccomandano diverse attività per fornire supporto psicosociale e per la salute mentale (MHPSS) durante le emergenze, che vanno dall’auto – aiuto e dalla comunicazione comunitaria, al primo soccorso psicologico e alla assistenza clinica per la salute mentale. La preparazione e l’integrazione con la riduzione del rischio di catastrofi sono essenziali per mitigare gli impatti. I Paesi possono anche sfruttare le emergenze come opportunità per investire nella salute mentale, sfruttando i maggiori aiuti e l’attenzione che ricevono per sviluppare sistemi di assistenza migliori a lungo termine.

Salute mentale e supporto psicosociale nelle emergenze (MHPSS)

Emergenze sanitarie, disastri naturali e socio-ambientali, conflitti armati e vari fenomeni migratori possono causare gravi sofferenze alle popolazioni colpite. Gli effetti psicologici e sociali delle emergenze possono essere gravi nel breve termine, ma possono anche avere ripercussioni a lungo termine.

Questi effetti possono anche minacciare la pace, i diritti umani e lo sviluppo.

Proteggere e migliorare la salute mentale e il benessere psicosociale delle persone è quindi una priorità nelle emergenze. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una azione coordinata tra gli operatori umanitari, comprese le agenzie governative, le organizzazioni non governative e i gruppi della società civile coinvolti nel supporto alla salute mentale e psicosociale.

I Report dell’OMS “Occorre un potenziamento urgente dei servizi”

Oltre un miliardo di persone vive con disturbi mentali, in condizioni come ansia e depressione che infliggono enormi costi umani ed economici a livello globale, con un aumento dei costi sanitari per individui e famiglie.

“Occorre un potenziamento urgente dei servizi”. “Ogni Governo e ogni leader hanno la responsabilità di agire con urgenza per garantire che l’assistenza alla salute mentale sia trattata, non come un privilegio, ma come un diritto fondamentale per tutti” – ha dichiarato il direttore Generale dell’OMS dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Sebbene molti Paesi abbiano rafforzato le proprie politiche e i programmi di salute mentale, sono quindi necessari maggiori investimenti ed azioni a livello globale per ampliare i servizi e proteggere e promuovere la salute mentale delle persone.

E’ quanto emerge dai nuovi dati diffusi dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicati in due rapporti “World Mental Health today” e “Mental Health Atlas 2024” che evidenziano progressi in alcune aree, ma rivelano anche gravi lacune nell’affrontare i disturbi mentali a livello mondiale.

Il direttore Generale Ghebreyesus, ha dichiarato che “trasformare i servizi di salute mentale è una delle sfide più urgenti di sanità pubblica e ha sottolineato che investire nella salute mentale significa investire nelle persone, nelle comunità e nelle economie, un investimento che nessun Paese può permettersi di trascurare”.

La prevalenza dei disturbi mentali varia in base al sesso e le donne risultano complessivamente più colpite. Ansia e depressione sono le forme più comuni, sia negli uomini che nelle donne. Il suicidio resta un esito devastante, con circa 727mila morti nel 2021 ed è una delle principali cause di morte tra i giovani, in tutti i Paesi e contesti socioeconomici. I progressi nella riduzione della mortalità per suicidio, restano insufficienti per raggiungere l’obiettivo della Agenda Onu 2030 di ridurre di un terzo i casi.

Gli investimenti restano stagnanti, la spesa pubblica mediana per la salute mentale è ferma al 2% dei bilanci sanitari, invariata dal 2017 e le disuguaglianze sono marcate.

Segnali incoraggianti arrivano dalla prevenzione. La maggior parte dei Paesi ha programmi di promozione del benessere mentale nelle scuole e iniziative per lo sviluppo infantile. Oltre l’80% offre supporto psicosociale nelle emergenze e stanno crescendo i servizi ambulatoriali e la telemedicina, anche se l’accesso è ancora diseguale.