«Non sono mai arrivata ad accettare o ad amare i miei difetti, so che è un lavoro importante che andrebbe fatto, ma ho sempre cercato di nasconderli», confessa Laura Pausini al Corriere della Sera. «I movimenti dell’opinione pubblica ti aiutano a non vergognarti, ma dentro rimane l’insicurezza. Io l’ho sfogata nella musica: il palco è l’unico posto dove non ho paura».





«Un museo? Mai finché sono viva»

E mentre lavora al nuovo album “Io Canto 2“, in uscita in due versioni — italiana e spagnola, con brani completamente diversi — Pausini si prepara anche ad accogliere i fan nel suo museo personale, allestito nella casa di Solarolo, che aprirà ufficialmente i battenti il 13 settembre. «Mio papà ha conservato tutto quello che riguarda la mia carriera e da fan di Elvis ha detto “facciamo come Graceland!”. Io all’inizio ho detto “mai finché sono viva”. Poi ha lanciato un sondaggio nel fan club e mi ha convinta dicendo che avrei tradito tutti quelli che lo volevano…».


Nel museo, ogni stanza ha un tema: «La cucina è dedicata alla tv, il soggiorno ai tour, una stanza è per i memorabilia che saranno esposti a rotazione e l’ultimo spazio conterrà gli oggetti che ho ritrovato in soffitta e usato per il docufilm». Tra questi, anche i fogli con le modifiche al testo di “La solitudine”: «Nasceva parlando una certa Anna e io la girai su Marco, il mio fidanzatino dei 14 anni…».





«Bisogna eliminare le persone tossiche, non solo i carboidrati»

Non solo musica e progetti professionali: Laura parla anche del suo cambiamento fisico. «Sì, sono dimagrita. Ho cominciato a perdere peso durante l’ultimo tour e ho iniziato a sentirmi fisicamente più forte. Da adolescente, come tutte, ho seguito le diete fai-da-te, poi ho capito che bisogna affidarsi ai medici. Ora mi alleno tre volte a settimana: alterno sedute aerobiche e di allungamento. Infine ho capito che per una vita sana bisogna eliminare le persone false e non solo i carboidrati».



Paola: una figlia d’arte amante della tecnologia

A proposito di Paola, Laura racconta un aneddoto relativo al suo rapporto con la tecnologia: «Con il primo telefono che ha avuto poteva solo chiamare noi, poi le abbiamo dato un vecchio smartphone e le abbiamo vietato i social. Ma lei ha aperto da sola un profilo Instagram. Io che sono un po’ Gianna Ballardini, che è mia mamma, le ho ritirato il telefono. Dopo una settimana ha ottenuto di usarlo dalle 18 alle 20 e alla fine Paolo, che è meno severo di me, le ha consentito di usarlo la sera per sentire la sua migliore amica che vive a New York».


Paola, afferma Laura, ha già il piglio da artista: «Durante il concerto di Capodanno è salita sul palco e ha suonato il basso per 21 minuti. È scesa e ci ha detto “Mamma, papà, ho sbagliato solo tre volte.

Voi sbagliate di più!”».

Tra nuove sfide artistiche ed un museo che celebra la sua storia, Laura Pausini continua a raccontarsi senza filtri. Dimagrita, più consapevole, sempre in movimento: tra un allenamento e una sessione in studio, tra un ricordo in soffitta e un confronto generazionale, resta fedele a ciò che l’ha sempre guidata: la musica come rifugio. 




Ultimo aggiornamento: venerdì 12 settembre 2025, 19:27





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