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I Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 rappresentano un’occasione unica per rafforzare il Servizio sanitario nazionale e quello delle quattro regioni e Province coinvolte, con impatti che si estenderanno oltre la durata dei Giochi.
Questa eredità (legacy) si articola su due piani complementari: uno materiale, costituito da infrastrutture e tecnologie, e uno immateriale, incentrato sulle competenze e motivazioni dei singoli, sulla cultura della prevenzione e sui valori OneHealth. Se il primo è immediatamente visibile, il secondo costituisce la vera scommessa per il futuro dei grandi eventi non solo sportivi e della sanità pubblica.
Investimenti concreti per il territorio
L’impronta tangibile dei Giochi si traduce in un potenziamento mirato delle infrastrutture sanitarie, con un importante impegno delle Regioni/Province. I pilastri di questa trasformazione sono i servizi sanitari regionali con i quattro Regional Medical Officer: Alberto Zoli, direttore generale di Asst Niguarda per la Lombardia, Paolo Rosi responsabile 118 per la Regione Veneto, Vito Raccanelli professore di medicina interna all’Università di Trento per la Provincia di Trento e Mark Kauffman responsabile 118 per la provincia di Bolzano.
Poli ospedalieri rafforzati
L’Ospedale Niguarda di Milano, gli ospedali di Belluno e Verona, l’ospedale di Trento e l’ospedale di Bolzano sono stati designati come centri nevralgici dell’assistenza ospedaliera per i Giochi Olimpici. Ognuno di questi ha preparato il proprio Pronto soccorso, i reparti di diagnostica avanzata e alcuni letti di degenza specialistici per un’assistenza mirata. Ma non solo i grandi ospedali: il presidio Morelli di Sondalo, così come Cortina, Brunico e Cavalese, si evolveranno in centri di eccellenza per la medicina sportiva, l’ortopedia e la cura dei pazienti complessi, adeguandosi a una domanda sanitaria in evoluzione. Il rafforzamento aiuta alla riduzione delle liste di attesa.
Strutture flessibili e riconvertibili