La principessa Kate.
Samir Hussein
La stilista ha concesso una lunga e gustosa intervista al New Yorker diffusa a inizio settimana dal titolo Bella Freud’s Podcast Offers a Talking Cure. La terapia della parola a cui la designer formatasi alla corte di Vivienne Westwood allude è quella a cui sottopone i suoi illustri ospiti provenienti dal mondo della moda, dell’arte e della letteratura e non solo, facendoli sdraiare accanto a sé su un divano bianco per un’oretta di chiacchiere intensisissime, catalogate da un anno come episodi di un video-podcast chiamato Fashion Neurosis.
Il filo conduttore è il rapporto tra moda e identità tanto che Bella Freud, sprofondata in una poltrona di pelle consunta, accoglie gli intervistati con una domanda molto semplice: «Cosa indossi e perché l’hai scelto?». A questo quesito posto per rompere il ghiaccio hanno risposto delle vere e proprie celebrità che nel corso dei mesi si sono messe a nudo con un microfono puntato sulla faccia.
Ad aprire le danze fu chiamato Rick Owens, seguito da Eric Cantona, Kate Moss, Kristin Scott Thomas, Kim Gordon, Jonathan Anderson, Nick Cave, Christian Louboutin, Alessandro Michele, Courtney Love, solo per citare qualche nome, facendo un torto a quelli non menzionati. Ne sono venute fuori di storie in questo anno, aneddoti legati allo stile che ciascuno ha, ai feticci, agli abiti dell’infanzia, alle riflessioni sul corpo. Kate Moss disse, per esempio, che «il tuo corpo è qualcosa su cui qualcun altro può proiettare le proprie fantasie».