Fano, 12 settembre 2025 – Un villaggio turistico affacciato sull’oceano, il sole che tramonta dietro le palme, un animatore che si avvicina e, in un italiano sorprendente, sussurra: “Non ti lascerò mai più sola”. Potrebbe sembrare la scena di un film, e invece è l’inizio della nuova vita di Simona Rabbi, fanese di 64 anni, che nel giro di pochi mesi ha deciso di cambiare tutto, di seguire il cuore e di rinascere. A gennaio era partita per una vacanza in Kenya insieme alle sue amiche. Da anni quel gruppo di sei compagne di viaggio si regalava una meta esotica, e questa volta la scelta era caduta sul Kenya. Nessuna poteva immaginare che quel soggiorno avrebbe cambiato per sempre la sua esistenza.

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L’incontro con Jonathan, giovane animatore che già gestiva una sua piccola attività turistica, è stato un colpo di fulmine inaspettato. Nei giorni successivi lui si è unito al gruppo, ha accompagnato le amiche nelle uscite serali, ha condiviso pasti e chiacchiere. Poi la dichiarazione, l’ultimo giorno, con un piccolo regalo e una promessa: “Se provi qualcosa anche tu per me, torna”. Simona è tornata ad aprile, e a luglio, appena sette mesi dopo il primo incontro, i due si sono sposati. Il matrimonio le ha portato non solo un marito, ma anche una figlia: la bambina di cinque anni di Jonathan, che oggi la chiama mamma.

“Non avevo mai avuto figli, li avrei voluti, ma non sono mai arrivati. Ora sono rinata”, racconta. Così la sua vita si divide tra Fano dove è responsabile dei gemellaggi per ‘Amici Senza Frontiere’ e Watamu, dove insieme al marito porta avanti un’agenzia di viaggi che organizza safari, soggiorni e pacchetti turistici.

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Non mancano i clienti fanesi, incuriositi dal sogno africano che Simona ha saputo trasformare in realtà. E i progetti guardano avanti: una casa tutta loro, alloggi da affittare ai turisti e persino un allevamento di polli e galline che integra le entrate della famiglia. Il legame con Fano resta fortissimo: “È la mia città natale, le mie radici non si spezzeranno mai. Ho girato il mondo, ma sono sempre tornata. Mio padre era romano, mia madre tedesca, ma anche lei da sessant’anni a Fano dice sempre di non essersi mai pentita di quella scelta”.

Poliglotta fin da bambina, dopo il liceo linguistico e l’alberghiero Simona ha lavorato come interprete e organizzatrice, competenze che oggi le tornano utili per costruire viaggi e accoglienza dall’altra parte del mondo.

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Del Kenya ha imparato soprattutto la filosofia del “pole pole”, il piano piano che rallenta il tempo e restituisce importanza alle cose semplici: “Ho imparato ad apprezzare quello che si ha, senza voler sempre di più”. E nonostante la differenza d’età col marito – lui ha 32 anni, la metà dei suoi – non si sente mai fuori posto: “Mi sento una ragazza, mai ridicola, ma sempre giovane. Anzi, con un marito così giovane mi sento ancora più viva”. Accolta a braccia aperte dalla famiglia di lui – “La mamma, che è più giovane di me, ci ha detto: se siete felici voi, lo siamo anche noi” – oggi Simona cammina per le strade di Watamu e tutti la salutano come “la sposa”.