Tutte amiche, tutte allieve di Pallavolo. Tutte atlete nella squadra allenata dall’uomo imputato per i reati di violenza sessuale e pornografia minorile. Ieri, nel corso dell’udienza preliminare davanti al Gip, che si è svolta a Bologna, le tre presunte vittime si sono costituite parti civili attraverso i propri legali ma anche i loro genitori, ‘in proprio’, hanno depositato la propria costituzione. E’ stato incardinato il procedimento con rito alternativo nei confronti dell’allenatore di pallavolo under 14, un 38enne raggiunto qualche mese fa da ordinanza di misura cautelare ai domiciliari con braccialetto elettronico.
Per l’uomo la procura di Bologna aveva chiesto il giudizio immediato ma è stato incardinato il rito alternativo come richiesto dalla difesa. L’accusa nei confronti dell’indagato è quella di violenza sessuale ai danni di minore, reato aggravato dall’aver commesso il fatto in danno di minore di anni quattordici e in condizioni di minorata difesa. Non solo: la procura di Bologna contesta all’uomo anche il reato di pornografia minorile – appunto. L’imputato, che era presente in aula, ha fatto sapere che intende rilasciare dichiarazioni spontanee: risulta ancora sotto misura. Due delle minori si sono costituite con l’avvocato Henrich Stove e una terza con l’avvocato Antonella Rimondi. Inoltre nel corso dell’udienza sono state portate all’attenzione del giudice anche nuove dichiarazioni rese da una quarta ragazzina contro l’allenatore: le stesse, però, non rientrano nel procedimento in atto. La difesa dell’uomo ha invece depositato consulenze relativamente al proprio assistito. Inizialmente era stata sollevata dalla difesa dell’imputato eccezione di competenza territoriale, essendo i fatti avvenuti a Modena e a Roma ma, essendo contestato anche il reato di pornografia minorile, è stata consolidata la competenza territoriale di Bologna e l’udienza è stata aggiornata al prossimo otto ottobre.
“Ha contattato con frequenza e individualmente le nostre figlie sui loro cellulari personali e sui social, insinuandosi nei loro rapporti di amicizia anche per cercare di isolarle e diventare così il loro unico e fidato confidente; sfruttando la loro ingenuità di ragazzine. Confidiamo nella giustizia”, avevano così fatto appello le mamme delle studentesse. Al di là delle testimonianze delle minori coinvolte, agli atti ci sono centinaia di messaggi e foto compromettenti, lunghe conversazioni rinvenute sui telefonini delle studentesse. Secondo le accuse l’allenatore avrebbe adescato una delle giovani al fine di indurla al compimento di atti sessuali: con la ragazzina avrebbe scambiato oltre 12.000 messaggi Whatsapp.
Valentina Reggiani