La seconda giornata del Mondiale di volley maschile nelle Filippine ha già regalato colpi di scena e conferme pesanti. Al Smart Araneta Coliseum di Quezon City è arrivata la prima grande sorpresa del torneo: la Turchia ha travolto il Giappone con un netto 3-0, ribaltando i pronostici che vedevano gli asiatici tra i favoriti per il podio. A Pasay City, invece, la Bulgaria di Gianlorenzo Blengini ha mandato un segnale forte superando la Germania con un secco 3-0 firmato da un Aleksandar Nikolov in serata di grazia. Tutto facile per gli Stati Uniti contro la Colombia, più faticoso ma comunque vincente l’esordio del Canada contro la coriacea Libia. Nel girone D ha fatto rumore l’impresa del Portogallo, capace di piegare Cuba, mentre l’Olanda ha sofferto più del previsto prima di superare il Qatar in quattro set.

Clamoroso al Smart Araneta Coliseum di Quezon City dove la Turchia ha travolto il Giappone con un secco 3-0 (25-19, 25-23, 25-19), firmando la prima grande sorpresa della rassegna. La nazionale di Slobodan Kovac ha imposto il proprio ritmo dall’inizio alla fine, dominando a muro e in fase di contrattacco. Protagonista assoluto Burak Mandıracı, top scorer con 17 punti, ben supportato da Adis Lagumdzija (15) e Mirza Lagumdzija (8). Ai nipponici, guidati da Laurent Tillie, non sono bastati i 13 punti dell’opposto Miyaura e i 10 del capitano Yuki Ishikawa, troppo isolati di fronte a una Turchia compatta e precisa nei momenti chiave.

Il match, durato appena un’ora e 21 minuti, ha mostrato un Giappone sorprendentemente fragile, incapace di trovare continuità in attacco e costretto spesso all’errore. La Turchia, invece, ha confermato la crescita degli ultimi anni, riuscendo a contenere il gioco veloce dei padroni di casa asiatici e infliggendo una sconfitta pesante a una delle squadre considerate favorite per salire sul podio iridato. La Bulgaria di Gianlorenzo Blengini ha dominato la Germania a Pasay City nel match del girone E del Mondiale, uno dei più attesi della seconda giornata, imponendosi con un netto 3-0 (25-18, 25-22, 25-20) in poco meno di un’ora e cinquanta di gioco. Partita senza storia, con i bulgari sempre padroni del campo e trascinati da un superlativo Aleksandar Nikolov, autore di 28 punti con percentuali altissime in attacco (25 su 47). Accanto a lui hanno brillato anche Atanasov (11 punti) e Asparuhov (7), mentre a muro si è distinto Grozdanov con 4 block vincenti.

La Germania, allenata da Michał Winiarski, non è mai riuscita a trovare continuità. In evidenza Grozer con 13 punti e il centrale Brehme (11, con 2 ace e 2 muri), ma la squadra ha sofferto in attacco (43 su 89) e soprattutto in ricezione, pagando a caro prezzo i turni al servizio dei bulgari. L’equilibrio si è visto soltanto nel secondo set, con i tedeschi capaci di restare a contatto fino al 22-22, prima dello strappo decisivo firmato ancora da A. Nikolov. Per la Bulgaria si tratta di un successo pesante in ottica classifica, frutto di una prestazione corale solida e della serata da protagonista del suo bomber.

Avvio convincente degli Stati Uniti al Mondiale maschile di volley. Alla SM Mall of Asia Arena di Pasay City, la squadra di Karch Kiraly ha superato la Colombia con un netto 3-0 (25-21, 25-19, 25-15) in un’ora e ventinove minuti di gioco, davanti a 2743 spettatori. Match senza particolari sorprese: gli americani hanno imposto da subito il loro ritmo, gestendo con autorità i tre parziali e chiudendo la pratica con grande solidità in tutti i fondamentali.

Protagonista in attacco Brett Champlin, miglior marcatore dell’incontro con 17 punti (12 in attacco, 2 a muro e 3 ace), ben supportato da Gabi Garcia (12) ed Ewert (11). Con 40 vincenti complessivi in attacco, 6 muri e 8 ace, gli USA hanno confermato una superiorità netta anche al servizio e a muro, capitalizzando al meglio gli errori avversari.

La Colombia, allenata da Paolo Montagnani, ha provato a restare in scia con l’opposto Amaranto (11 punti) e lo schiacciatore Benavides (8), ma ha pagato caro la scarsa efficacia offensiva e la minor esperienza internazionale. Dopo i primi due set comunque combattuti, il terzo si è trasformato in una passerella per gli americani, che hanno chiuso sul 25-15 senza lasciare possibilità di rimonta.

Il Canada parte con una vittoria e qualche inatteso patema al Mondiale di volley maschile, piegando la resistenza della Libia per 3-1 (22-25, 25-19, 25-20, 29-27) in quasi due ore di battaglia allo Smart Araneta Coliseum di Quezon City. Dopo un avvio incerto, con i nordamericani sorpresi dal ritmo e dall’aggressività degli avversari, la squadra di Daniel Lewis ha trovato compattezza e qualità, ribaltando l’inerzia con autorità.

Protagonista assoluto Samuel Schouten “Sho”, top scorer con 22 punti (16 in attacco, 3 a muro e 3 ace), trascinatore nei momenti decisivi. Bene anche il capitano Nicholas Hoag (20 punti, di cui 15 in attacco e 4 a muro) e Stephen Maar, capace di chiudere con 10 punti. Solida la prova al centro di McCarthy e Gyimah, che hanno portato rispettivamente 12 e 12 punti, pesanti soprattutto nei momenti caldi del quarto set.

La Libia, al ritorno sulla ribalta mondiale, ha offerto una prova coraggiosa, trascinata dall’opposto Ahmed Ilkhbayri e dallo schiacciatore Mohamed Abulababa, entrambi a quota 17 punti. Nonostante la buona vena offensiva, i nordafricani hanno pagato caro i 23 errori diretti e una tenuta difensiva a tratti precaria.

Colpo di scena in apertura del Girone D: il Portogallo ha superato a sorpresa Cuba 3-1 (25-22, 25-22, 25-19, 25-19) in una delle gare più inattese della prima fase. Alla SM Mall of Asia Arena di Pasay City, la nazionale lusitana ha imposto ritmo e precisione, mettendo in difficoltà una Cuba apparsa contratta e incapace di sfruttare appieno la potenza del suo attacco.

Determinante la prova di Nuno Marques, top scorer con 19 punti, ben supportato da José Pinto (14) e Cveticanin (14), capace di incidere anche a muro. Il Portogallo ha fatto la differenza soprattutto in attacco (48 vincenti) e in ricezione ordinata, mantenendo lucidità nei momenti caldi dei set.

Cuba, che pure partiva favorita, ha trovato lampi da Yant (19) e Lopez (11), ma ha pagato caro i troppi errori diretti e la scarsa efficacia del servizio. Dopo un primo parziale equilibrato, la formazione caraibica si è progressivamente smarrita, lasciando campo libero agli avversari. Il successo proietta i portoghesi tra le sorprese di questo avvio iridato, con un risultato che potrebbe pesare negli equilibri del girone D. Per Cuba, invece, si tratta di un brusco stop che complica il percorso verso la seconda fase.

L’Olanda comincia con una vittoria non del tutto convincente la sua avventura mondiale superando il Qatar per 3-1 (25-18, 25-23, 26-28, 25-23) al termine di una gara combattuta più del previsto. Gli Oranje dominano il primo set grazie all’impatto di Ahyi (20 punti, 14 vincenti) e Koops (17 punti), che guidano l’attacco con continuità e precisione. Il Qatar soffre in ricezione e concede troppo, lasciando strada a un 25-18 senza storia.

Nel secondo parziale i qatarini reagiscono con Yassine Oughlaf (17 punti) e l’opposto Nikola (11), che tengono viva la squadra fino al 23-23, ma nel finale la maggiore lucidità di Plak (13 punti, 3 muri) regala agli olandesi il raddoppio. Nel terzo set arriva la vera sorpresa: il Qatar alza il livello con i centrali Pape e Ibrahim, incisivi a muro, e riesce a strappare ai vantaggi (28-26) il parziale che rimette in discussione la partita. Il quarto set è un braccio di ferro serrato: Olanda avanti con Tuinstra (15 punti) e Van der Ent (8), ma il Qatar risponde col muro di Belal. Alla fine, però, la freddezza di Koops e la regia ordinata permettono agli Oranje di chiudere 25-23 e conquistare il match.

Esordio senza problemi per la Slovenia, che ha regolato il Cile con un netto 3-0 (25-19, 25-20, 25-16). La squadra di Gheorghe Crețu ha imposto da subito il proprio ritmo, dominando in tutti i fondamentali e confermandosi una delle big della rassegna. Mattatori i fratelli Štern: Toncek ha chiuso con 15 punti (11 vincenti, 2 muri e 2 ace), Ziga ne ha messi a segno 9, mentre l’opposto Mujanović ha contribuito con 13 palloni a terra. Ottimo anche il centrale Kozamernik, autore di 11 punti con 4 muri vincenti, a dimostrazione della solidità complessiva della formazione slovena.

Il Cile ha provato a resistere affidandosi a Parraguirre (12 punti) e Aravena (11, con 3 muri), ma la differenza di qualità è emersa soprattutto nel terzo set, chiuso dalla Slovenia con grande autorità. Gli andini hanno faticato molto in ricezione e pagato a caro prezzo i troppi errori, senza mai riuscire a impensierire realmente gli avversari.