La finale di New York è già un ricordo. C’è da lavorare, unica strada che Jannik Sinner conosce benissimo, per alimentare il mantra che insegue il miglioramento. La stagione del braccio di ferro al vertice tra i due dominatori del tennis mondiale ha vissuto di colpi di scena e sbalzi emozionali.

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A Melbourne non si erano incontrati; il Roland Garros resta ferita apertissima per i tre match point non sfruttati da Jannik, quindi il botta e risposta tra Wimbledon e Flushing Midows, con la frustrazione post gara di Carlitos in terra londinese, divenuta in pochi mesi esaltazione al cospetto dell’educata e lucida ammissione di parziale inferiorità del rivale, scavalcato in classifica dopo 65 lunghissime settimane.