Cinquant’anni e non sentirli. Maxalto, l’azienda nata nel 1975 dal desiderio di Piero Ambrogio Busnelli, già fondatore nel 1966 di quella che sarebbe diventata B&B Italia, di creare una realtà in grado di tutelare e mantenere in ottima salute l’eccellenza artigiana, festeggia il mezzo secolo di vita con una nuova versione della dormeuse Lilum, affidata alla sensibilità (e alla mano) del pittore olandese Patrick van Riemsdijk, chiamato a impreziosire, con il suo tratto dal sapore calligrafico, un’edizione limitata di cinquanta esemplari numerati. Noto per il suo segno brusco e raffinato allo stesso tempo, l’artista olandese definisce, in questa collaborazione, una sorta di equilibrio tra gli opposti, interpretando alla perfezione la ragion d’essere del marchio veneto, tra i massimi interpreti del classico contemporaneo.
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«Nell’arte come nella vita», racconta van Riemsdijk, che sul suo sito dichiara non dipingo, catturo energia, «si può trovare l’equilibrio nella contrapposizione oppure nella concordanza. Ognuno può giudicare se Maxalto e io vi siamo giunti attraverso l’una o con l’altra, ma credo che il risultato finale esprima una grande armonia di linguaggio».
Patrick van Riemsdijk è nato a Utrecht nel 1986 da una famiglia di artisti
Così, se il marchio guidato a lungo da Afra e Tobia Scarpa e poi, dal 1993, da Antonio Citterio, nasce per reinterpretare l’eleganza intramontabile delle atmosfere parigine tra le due guerre, e racconta di una cultura dell’abitare borghese fatta di sobrietà e sostanza, il tocco di van Riemsdijk ne rafforza la capacità di evolvere assieme al proprio tempo, senza scadere nel manierismo, ma sapendo, al contrario, abbracciare il mutamento dei costumi e l’innovazione delle tecnologie produttive.
Il gioco di rimandi tra gli universi concettuali dell’artista e del marchio riguarda anche la manualità. Non è un caso che la scelta sia caduta su un pittore: «Era la prima volta che dipingevo un arredo e ho deciso di guardare a Lilum come a una scultura dalle forme arrotondate, quasi biomorfe, destinata a diventare viva nel momento in cui le persone vi si siedono o sdraiano. E, proprio nelle curve del divano, ho trovato quella tridimensionalità che è nel mio stile».
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