Disastro Sprint
Mentre il suo amico Marco Bezzecchi festeggia la sua prima vittoria in una Sprint nel giardino di casa di Misano, Francesco Bagnaia ha vissuto oggi l’ennesimo capitolo del suo annus horribilis, forse ancora più amaro degli altri perché arrivato proprio su questo tracciato. Tutte le buone sensazioni di ieri, il grip al posteriore favorito dalla pista, la speranza di poter essere competitivo per la top-5, sono svanite allo spegnimento dei cinque semafori della gara breve. Già in qualifica Bagnaia non era andato oltre l’ottava posizione, ma il distacco dai rivali che lo precedevano era minimo. In gara invece non c’è stata mai storia.
Bagnaia è precipitato sempre più indietro senza mai reagire. Non ha compiuto un singolo sorpasso e ha invece perso cinque posizioni rispetto allo start, nonostante davanti a lui siano caduti in tre. Dopo la corsa il centauro di Chivasso si è presentato per ultimo di fronte ai giornalisti e il suo umore era nero: “Non ho molto da dire se non che voglio tornare al box, analizzare le cose e cercare di capire qualcosa perché non ho capito cosa è successo oggi – ha sentenziato il #63 della Ducati – più grave che sia capitato a Misano? No, cose così sono gravi in ogni pista perché non è possibile girare un secondo e mezzo di passo più lento rispetto a tutti gli altri turni del weekend“.
“Sarò davanti se la moto funzionerà”
A chi gli chiedeva un paragone con altre Sprint negative vissute da Bagnaia di recente, come quella di Balaton Park, il ducatista ha risposto lasciando intendere che quanto percepito oggi da lui sulla moto sia stato ancora peggio: “Oggi erano cose grosse“, ha commentato. Nell’ottica della gara lunga di domani il centauro piemontese è stato netto, indicando la prestazione della sua moto come l’unico elemento determinate per il risultato: “Se la moto funzionerà bene sarò davanti, se la moto farà come oggi non sarò davanti – ha commentato Bagnaia – dobbiamo capire qualcosa di oggi, perché è stato abbastanza frustrante correre la gara”.
“Come si tiene botta? Sono molto capace a liberarmi dei pensieri, tornare in pista e spingere, è sempre stato così. Purtroppo questa stagione sappiamo che possiamo far poco e bisogna stringere i denti – ha concluso – non un’anomalia tecnica ma sensazioni strane in sella? Sì, possiamo racchiuderla così“. E nemmeno i consigli di Casey Stoner, oggi presente nel box Ducati, sono stati sufficienti per raddrizzare la Sprint: “Quello che dice Casey aiuta sempre e fino a questa mattina quello di cui Casey parlava lo stavo provando a fare, funzionava ed ero veloce. Ma in gara non era più possibile farlo“.