© ASO / Billy Ceusters



La nostra consueta rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2025.

  • Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck): Pensare che potesse vincere oggi era tutt’altro che impossibile, ma che potesse riuscirci in solitaria non era di certo lo scenario che in molti si sarebbero immaginato. L’australiano invece si conferma molto più di un velocista confermando le sue grandi qualità in salita, nonché una intelligenza tattica che non è data a tutti. Pienamente consapevole dei suoi punti di forza e debolezza, ogni pedalata agisce di conseguenza e si muove perfettamente per confezionare il successo più prestigioso della sua carriera.
  • Jordan Jegat (TotalEnergies): Il caparbio corridore francese non è tra i dieci scalatori più forti di questa edizione, ma si va a prendere la top 10 finale dimostrando anche oggi grande coraggio e determinazione, lottando anche psicologicamente contro i suoi compagni di avventura che fin dall’inizio provano a convincerlo a lasciarsi defilare.
  • Romain Grégoire (Groupama-FDJ): In salita sembra il più brillante, poi la caduta in discesa sembra tagliarlo definitivamente fuori dai giochi, ma con un grande sforzo riesce a rientrare su quasi tutti, ad eccezione dell’uomo al comando. Nel finale si spegne, ma per il classe 2003 è l’ennesima conferma di poter essere competitivo anche a questi livelli
  • Axel Laurance (Ineos Grenadiers): Anche oggi il francese è fuori tempo, provando una azione che non porta a nulla, se non aumentare i rimpianti per un Tour de France in cui a mancare non sono state le gambe, ma il tempismo. Quantomeno per poterci provare a giocarsi le sue carte fino in fondo.
  • Team Jayco – AlUla: La formazione australiana non controlla la situazione al momento giusto e quando si accorge che davanti c’è l’unico uomo pericoloso per il suo capitano è troppo tardi, con buona parte dei gregari staccati e il solo Mauro Schmid, che peraltro cade anche, che non può bastare a salvare la situazione. Errore anche di Ben O’Connor che poteva restare al fianco del francese per evitare di farlo partire, piuttosto che poi provare ad inseguire da soli…
  • Frank van den Broek (Team Picnic PostNL): Un secondo posto ricco di rimpianti e rimorsi quello del giovane neerlandese che si fa prendere la mano dai tatticismi fino a lasciarsi colpevolmente sfuggire Kaden Groves, che avrebbe poi potuto cercare di staccare in salita successivamente. Si ritrova invece ad inseguire, spendendo energie fisiche e mentali che alla fine non si ritrova malgrado riesca di nuovo a fare la differenza sugli altri.

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