Una vicenda che ha lasciato sgomenta la comunità medica e sollevato preoccupazioni profonde sulla sicurezza del paziente. Il dottor Suhail Anjum, anestesista 44enne del Tameside Hospital di Ashton-under-Lyne, Greater Manchester, è finito davanti al Medical Practitioners Tribunal Service (MPTS) dopo aver ammesso di aver abbandonato un paziente sotto anestesia per intrattenersi sessualmente con una collega infermiera.
I fatti ricostruiti.
L’episodio risale al 16 settembre 2023 e si è svolto durante una procedura programmata in sala operatoria. Il dottor Anjum, responsabile dell’anestesia per cinque interventi consecutivi, avrebbe chiesto a un’infermiera di monitorare un paziente durante quella che ha definito una “pausa di conforto”. Tuttavia, durante questa assenza di circa otto minuti, è stato sorpreso in “posizione compromettente” con un’altra infermiera in un’altra sala operatoria da una terza collega.
Al ritorno, Anjum ha completato l’intervento, e dalle testimonianze e dalla documentazione medica non sarebbero emersi danni clinici o complicazioni per il paziente. Tuttavia, il gesto è stato giudicato “gravemente pericoloso” per la sicurezza e ha minato la fiducia nel sistema sanitario.
Ammissioni e motivazioni.
Davanti al tribunale, il medico ha ammesso la propria responsabilità, definendo l’episodio un “errore di giudizio” accaduto in un momento di particolare stress personale legato a circostanze familiari difficili, tra cui la nascita prematura della figlia. Ha espresso profondo rammarico e ha sostenuto che si sia trattato di un comportamento isolato, non rappresentativo della sua condotta professionale complessiva.
Conseguenze disciplinari.
Il caso è esaminato dal Medical Practitioners Tribunal Service, con udienze in corso fino al 17 settembre 2025. Le sanzioni potenziali comprendono il richiamo formale, la sospensione temporanea o addirittura la radiazione dall’albo medico, qualora il pannello giudicante ritenga che non sia più “idoneo a esercitare”.
Contesto normativo e riflessioni.
Il comportamento del dottor Anjum rappresenta una violazione grave delle norme e dei protocolli di sicurezza che regolano la pratica anestesiologica, i quali prevedono la presenza costante di un professionista qualificato durante la sedazione e l’anestesia generale.
La vicenda ha acceso un dibattito sulla gestione dello stress e delle pressioni emotive in ambienti di lavoro ad alto rischio come le sale operatorie, richiamando l’attenzione sull’importanza della supervisione, della responsabilità e dell’etica professionale nella tutela della vita e della sicurezza del paziente.
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