Non solo il match winner Adzic: contro l’Inter il tecnico croato ha dimostrato di saper incidere con gli ingressi di tutti i subentrati dalla panchina
dalla nostra inviata Guendalina Galdi
14 settembre – 10:36 – TORINO
Prima i cambi di Chivu, al 64′, con Bonny, Zielinski, a cui è bastato un minuto in campo per servire l’assist del 2-2 a Calhanoglu, e Dimarco che dalla bandierina ha innescato Thuram per il 3-2 dell’Inter. Poi anche Tudor ne ha cambiati tre: è il minuto 73 e per la Juve entrano Openda, Cabal e Adzic, il più giovane in campo e soprattutto l’uomo partita. Trascorrono altri cinque minuti e il croato lancia anche David e Joao Mario. Cambia volto all’attacco ma non rinuncia a Yildiz, lancia a sinistra l’unico nuovo acquisto per la fascia destra e gli concede quei dieci minuti più recupero che suonano quasi come un’altra bocciatura, ritrova Cabal 315 giorni dopo l’ultima volta e accanto al numero 10 opta per il suo alter-ego, quell’Adzic che dopo una stagione (la scorsa) martoriata dagli infortuni la Juve ha voluto preservare dal calciomercato estivo e da qualsiasi voce potesse allontanarlo dalla Continassa. Una trequarti da 39 anni in due per diversi minuti, con Kenan e Vasilije e un record: il montenegrino è il giocatore straniero più giovane a segnare con la maglia della Juve contro l’Inter nella storia della Serie A a 19 anni e 124 giorni. Il cambio della provvidenza, la sostituzione veramente decisiva, in bilico tra intuito, fortuna e voglia di far giocare una partita importante a un ragazzo che merita.
juve-inter, l’impatto dei cambi di tudor—
Al di là di Adzic, anche gli altri subentrati hanno detto qualcosa sulla gestione Tudor e sullo stato della rosa di una Juventus a punteggio pieno ma in cui non si parla certo ora di scudetto (“mancano 35 partite” è il mantra per tenere i piedi per terra). Cabal è sulla via del pieno recupero: “È un ragazzo eccezionale, siamo contenti che sia tornato dopo un anno – ha detto Tudor in conferenza -. Dà energia, positività e qualità e spero che ci darà una mano da ora in poi”. Un po’ come un nuovo acquisto, alla Bremer insomma, anche se il paragone regge solo per il lungo infortunio in comune. Il terzino offrirà a Tudor un’alternativa in più sulla fascia (e non solo). Poi c’è Openda, che ha preso il posto di Vlahovic. Il belga lanciato nel derby d’Italia solo al 73′ ma prima di Jonathan David che aveva due partite in più con la Juve sulle spalle. Via Dusan, per l’ultimissima fase di gara Tudor si è ritrovato col doppio nove, entrambi nuovi, come a ribadire che, sì, David può davvero giocare con un’altra punta. Ma questo spezzone di derby d’Italia insieme è troppo poco per valutare sia il solo Openda all’esordio sia la combo con il canadese; la Champions League tre giorni dopo il 4-3 contro l’Inter potrà essere un nuovo test, soprattutto per i nuovi. I movimenti del belga non sono dispiaciuti a Tudor, mentre David si è presto trovato a tu per tu con Sommer e non ha rinunciato a una conclusione che ha sbattuto sul portiere avversario. Era tutto fermo per fuorigioco ma il tentativo e il guizzo restano. Nelle prime due partite è stato Vlahovic a vestire i panni della sorpresa e del nueve goleador a gara in corso, stavolta è toccato alle altre due anime di un attacco camaleontico che trova benzina e risorse dalla panchina.
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