Centinaia di persone si sono radunate a Madrid, in diversi punti della capitale spagnola, dove passa il percorso della Vuelta, per manifestare a favore della Palestina e contro la partecipazione della Israel-Premier Tech. La maggior parte dei dimostranti è concentrata vicino alla stazione di Atocha e lungo la Gran Via. Altri si sono radunati nella centrale Puerta del Sol e in plaza del Callao. I manifestanti hanno urlato slogan contro Israele. “Non è una guerra è un genocidio”, “Free Palestine”, hanno scandito le persone radunate in strada con bandiere palestinesi e cartelli con la scritta ‘Paz’, ovvero pace. Alcuni manifestanti hanno lanciato oggetti alla polizia e trascinato transenne in mezzo alla strada. Risposta degli agenti con lancio di numerosi fumogeni e cariche.

Ultima tappa definitivamente interrotta

A Madrid si tiene la tappa finale di una corsa di tre settimane segnata dalle proteste. Sei delle ultime dieci giornate di gara sono state abbreviate o interrotte, con più di 20 persone arrestate. Per il timore di disordini è stato dispiegato uno schieramento straordinario di forze dell’ordine con oltre mille agenti della polizia e 400 della Guardia Civil. A 57 km dall’arrivo un’invasione del percorso ha costretto i corridori a un primo stop. Corsa interrotta con gendarmi della Guardia Civil a colloquio con il direttore di corsa, Javier Guillen. Dopo qualche tentativo di ripartenza, la tappa è stata definitivamente fermata. Jonas Vingegaard vince una corsa devastata, senza podio e cerimonia di consegna del trofeo.

“Ha vinto la violenza, Sanchez responsabile”

Inevitabili le polemiche politiche, a Vuelta finita. “La violenza ha vinto sullo sport e ritengo il primo ministro” Pedro Sanchez “responsabile”. Così il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida. “Madrid è stata travolta dalla violenza. Sono riusciti a interrompere la tappa finale della Vuelta a España e a dipingere un quadro vergognoso del nostro Paese”, ha sostenuto il sindaco. Oggi Sanchez durante un evento a Malaga, ha espresso ammirazione per chi manifesta per la Palestina. Il premier spagnolo aveva espresso il suo “sostegno e la sua ammirazione per i partecipanti alle proteste contro il genocidio in Palestina” e si era detto contrario alla presenza del team Israel-Pro Tech alla Vuelta.

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