Il basket italiano vive una fase di rinnovamento in rosa. La Serie A1 è il massimo campionato della Lega Basket Femminile e conta oggi 11 squadre. Tra queste ci sono realtà storiche, come il Famila Schio e la Reyer Venezia, fondate rispettivamente nel 1973 e nel 1925, riferimenti nel movimento sia a livello tecnico sia gestionale. Alle spalle del campionato, un sistema economico ancora fragile, sostenuto in buona parte dagli sponsor privati e da una rete di collaborazioni a livello locale. Il budget medio annuo delle società che fanno parte della Serie A1 si non supera i 500.000 euro. Eppure, le compagini più affermate costruiscono progetti stabili e altamente competitivi.
Uno dei temi che più tiene banco sono gli stipendi delle cestiste. A seguito di anni contrassegnati da incertezze contrattuali e disparità, nel 2023 è stato firmato un accordo quadro tra LBF, GIBA (Giocatori Italiani Basket Associati) e USAP (Unione Sindacale Atleti Professionisti), che ha introdotto per la prima volta un contratto vero e proprio per le atlete. Uno step fondamentale nel percorso volto alla professionalizzazione, capace di portare maggior chiarezza in termini di compensi, tutele e obblighi. Le retribuzioni possono variare molto in base al club. Realtà di vertice come Schio o Venezia arrivano a pagare una top player tra i 70.000 e i 100.000 euro lordi a stagione. Nelle squadre di medio-bassa classifica, invece, gli stipendi medi si attestano intorno ai 20.000-30.000 euro, con picchi massimi che difficilmente superano i 50.000.

Il divario con i colleghi della Serie A1 maschile resta piuttosto evidente. Qui i compensi partono da 150.000 euro all’anno e possono arrivare a superare i due milioni di euro, come nel caso di Nikola Mirotić dell’Olimpia Milano che fino allo scorso anno percepiva 2,5 milioni di euro. Una forbice salariale ancora importante, dunque, che riflette a pieno non solo la differenza nei ricavi generati, ma anche una disparità strutturale che il movimento femminile vuole provare a colmare.
«Il movimento è in crescita e le società, nonostante le innegabili difficoltà che affrontano ogni giorno, si stanno professionalizzando sempre di più con progettualità e soprattutto sostenibilità» dice il Presidente della LBF Massimo Protani a Il Bollettino. «Tra i segnali positivi, sicuramente la presenza costante delle squadre italiane nelle competizioni europee.Affrontare le migliori realtà in ambito europeo porta esperienza e crescita sotto tutti i punti di vista, giovando anche alla nostra Nazionale».
La sinergia che si sta sviluppando tra il basket femminile e quello maschile è uno degli strumenti su cui si punta per accrescere il valore e l’interesse della competizione rosa. LBF e LBA hanno da anni avviato una serie di collaborazioni strategiche, con il fine ultimo di promuovere eventi condivisi e di realizzare un tipo di comunicazione più integrata. Per fare un esempio, le Final Eight maschili e le Final Four femminili sono state organizzate in modo congiunto per più stagioni di fila, così da offrire una sorta di vetrina comune capace di attirare l’interesse di sponsor e broadcaster. Non a caso, sono stati coinvolti colossi come Sky, Rai e DAZN, per un accordo che ha permesso di ampliare il pubblico potenziale, contribuendo ad accrescere la visibilità delle atlete.

Per una crescita definitiva del movimento, l’aspetto mediatico non può non avere un ruolo di prim’ordine. Se fino a pochi anni fa il basket femminile occupava gli spazi più marginali nei palinsesti sportivi, oggi le cose stanno iniziando a cambiare. I motivi? La presenza in costante aumento di partite trasmesse in chiaro, ma anche l’espansione delle piattaforme streaming e dei canali social ufficiali. Un insieme di fattori capaci di costruire un pubblico più ampio e consapevole. I risultati della Nazionale femminile di basket ne sono un’ulteriore prova, la medaglia di bronzo conquistata dall’Italia all’EuroBasket Women 2025 ha posto i riflettori sul movimento tutto, con tante singole atlete che hanno potuto godere di una visibilità maggiore.
Il confronto con l’estero, tuttavia, rimane ancora oggi impari. A livello globale, il basket femminile vive un momento di crescita senza precedenti. I ricavi complessivi dello sport femminile nel 2025 supereranno i 2,35 miliardi di dollari (fonte: Deloitte) e il basket continua a rappresentare uno dei settori trainanti. Per ciò che riguarda le entrate, globalmente si attestano a oltre 1 miliardo di dollari, con una crescita superiore del 40% rispetto all’anno precedente. Guardando all’Europa, ci sono campionati come quello spagnolo e quello turco, con strutture solide e squadre attrezzate, in grado senza troppe difficoltà di offrire ingaggi ben più alti rispetto a quelli italiani. In alcuni casi, le giocatrici più importanti arrivano a guadagnare tra i 250.000 e i 500.000 euro a stagione.
Per cercare di recuperare, la strategia di crescita e di espansione studiata per il futuro del basket femminile italiano vede al centro il rapporto con le istituzioni e con i grandi sponsor nazionali. Nella situazione attuale, il sostentamento economico è legato in prima parte alle realtà locali. Ci sono comunque alcune eccezioni, rappresentate in buona parte da banche o assicurazioni presenti in specifiche località. Uno degli obiettivi per compiere un ulteriore salto di qualità è quello di attirare investimenti da parte di grandi aziende, puntando molto sul rafforzamento del brand delle singole squadre.

Proprio in questa direzione che si sta muovendo la comunicazione sui social media di istituzioni, squadre e atlete. Riuscire a costruire un’identità forte e salda può essere una base solida per la crescita del Mercato tutto. Altri tasselli saranno l’interazione diretta delle atlete con i tifosi e l’attivazione di campagne marketing specifiche, così come le collaborazioni internazionali, i tornei estivi e le consultazioni con leghe straniere per lavorare maggiormente in sinergia.
Anche quest’anno le Final Four femminili si sono svolte insieme alle Final Eight maschili: quale valore aggiunto ha portato questa sinergia con la LBA?
«È stata un’esperienza sicuramente positiva, una vera e propria festa della pallacanestro italiana, senza alcuna distinzione di genere. Partecipare attivamente a uno degli eventi più attesi del panorama sportivo italiano ha senza dubbio giovato al nostro campionato. Ma in generale alla visibilità dell’intero movimento».
Cresce l’interesse dei brand, anche per motivi valoriali legati alla parità di genere. Quanto è concreta questa attenzione e come si può trasformare in progettualità stabile?
«Lo sport femminile in generale vive un momento di grande crescita, l’attenzione è maggiore rispetto a qualche anno fa. Ma non è sempre semplice trasformare questa considerazione in qualcosa che sia realmente utile al movimento. Come un progetto a lungo termine che non si regga esclusivamente sull’entusiasmo del momento».
La tenuta economica delle squadre di A1 e A2 resta un tema delicato. Quali sono i modelli virtuosi a cui guardare e quali strumenti possono garantire sostenibilità sul lungo periodo?
«Insieme alla Federazione Italiana Pallacanestro siamo costantemente al lavoro per garantire il massimo supporto possibile alle società. Con investimenti e progetti importanti per garantire la massima stabilità».

Come sta crescendo il settore giovanile?
«In Italia abbiamo una grande tradizione e gli ottimi risultati delle nazionali giovanili in ambito internazionale ne testimoniamo il valore. Tuttavia, sempre con la FIP stiamo studiando progetti per incentivare sempre di più le società a lavorare sui settori giovanili».
Quali iniziative ha in programma la Lega Basket Femminile per costruire una cultura sportiva più inclusiva e accessibile fra i più giovani?
«Investire nelle scuole è certamente importante e in questo la LBF, anche tramite le società, da anni si reca negli istituti scolatici di tutta Italia. Con l’obiettivo di promuovere non solo il gioco dal punto di vista puramente tecnico e sportivo, ma soprattutto i valori fondamentali dello sport e la lotta contro ogni tipo di discriminazione, violenza e bullismo».

Ci sono iniziative in atto o in programma per ridurre le disparità salariali tra atlete, staff e realtà maschili?
«Un gap esiste come in tutti gli sport, ma spero che nell’imminente futuro questo trend si vada quantomeno ad assottigliare. Perché le atlete offrono un grande spettacolo, sicuramente diverso dagli uomini ma non per questo meno divertente o appassionate»
C’è una strategia per aumentare l’appeal internazionale della LBF?
«Abbiamo ottimi rapporti con la FIBA, con le altre leghe europee anche con la WNBA (la lega femminile USA, ndr). Ma l’appeal internazionale cresce inevitabilmente con i successi sportivi e devo dire che negli ultimi anni in Europa i risultati sono stati ottimi e ora l’Italia ha raggiunto una grande considerazione».
Sul fronte politico, qual è il rapporto attuale con le istituzioni?
«Il dialogo è costante e posso affermare che i rapporti sono ottimi. Ritengo che delle agevolazioni dal punto di vista fiscale siano fondamentali, non solo per la pallacanestro femminile ma per tutto lo sport italiano, senza distinzioni».
Guardando al futuro, quali sono gli obiettivi concreti in termini di crescita, visibilità, audience e professionalizzazione? «La Lega Basket Femminile, con il sempre prezioso supporto della Federazione Italiana Pallacanestro, ha come obiettivo una crescita costante tramite progettualità e sostenibilità. Investendo in settori strategici in termini di visibilità, oltre all’organizzazione di diversi corsi di formazione per dirigenti e addetti ai lavori che programmiamo ogni anno. Con lo scopo di professionalizzare ogni figura societaria». ©
📸Credits: Canva
Articolo tratto dal numero del 15 settembre 2025 de Il Bollettino. Abbonati!