Roma, 15 settembre –  È giusto che la pubblicità dei farmaci non si faccia, perché le medicine devono essere prescritte dai medici ed è quindi un bene che siano sottratte alle suggestioni pubblicitarie, discorso che peraltro vale per tutto ciò che riguarda in via diretta la salute, dove gli eccessivi interessi economici non possono ovviamente prevalere in alcun modo su quelli sanitari.

A sostenerlo, aprescindere dalle recenti decisioni assunte dal ministro della Salute USA Robert Kennedy jr, è il farmacologo Silvio Garattini (nella foto), fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri Irccs, commentando su Adnkronos Salute l’ultima stretta voluta dall’amministrazione Trump per “frenare la pubblicità farmaceutica ingannevole rivolta direttamente al consumatore”.

Un giro di vite – con tanto di perentoria diffida alle aziende farmaceutiche, chiamate a eliminare dalla circolazione gli spot ritenuti ingannevoli – che l’autorevole farmacologo italiano ritiene corretto “indipendentemente dalle ragioni espresse da Kennedy Jr”, che si è detto convinto  che “la pubblicità farmaceutica ha reso il Paese dipendente dai farmaci da prescrizione” e che “solo una trasparenza radicale spezzerà il ciclo di ipermedicalizzazione che guida l’epidemia di malattie croniche in America”.

La disciplina Usa in materia di pubblicità ai farmaci, va precisato, è molto diversa da quella italiana. “Nel nostro Paese non si possono pubblicizzare i farmaci su prescrizione” ricorda Garattini. “Però purtroppo si possono pubblicizzare prodotti che vengono fatti passare come se fossero farmaci, per esempio certi integratori alimentari. E anche questo secondo me non dovrebbe esserci. Sono pubblicità che spesso tendono solo ad aumentare le vendite e non sono veritiere”.

Siamo davvero tutti ipermedicalizzati, come dice Kennedy Jr parlando degli americani? “Lo siamo ma il problema è questo: il  mercato delle medicine è diventato enorme” risponde Garattini. “In generale, dobbiamo chiederci, ci sono dei mercati che vogliono diminuire? No, ovviamente tutti i mercati vogliono aumentare per loro natura. E allora noi dovremmo contrastare un mercato che vuole continuare ad aumentare. E come lo facciamo? Facendo prevenzione, perché una buona parte delle malattie non piovono dal cielo, dipendono da noi. Abbiamo 4 milioni e più di diabetici di tipo 2 in Italia. Ma il diabete di tipo 2 è una malattia che può essere evitata. E si pensi all’impegno del Servizio sanitario nazionale su questa malattia e su tutte le complicazioni renali, cardiovascolari, correlate”.

“Anche una quota pari a circa il 40% dei tumori sarebbe evitabile” continua il presidente dell’Istituto Mario Negri. “Se non avessimo quelle malattie evitabili non avremmo gli stessi problemi anche sulle liste d’attesa di cui giustamente le persone si lamentano. Tutto questo però dipende anche dal Ssn, che deve fare una grande rivoluzione culturale e mettere al primo posto della sua attività la prevenzione e non soltanto la cura. E limitare la cura alle malattie che non sono evitabili”.