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RENDE – È prevista per sabato 27 settembre presso il Centro Sanitario Unical, una giornata di formazione dedicata ad una malattia che spesso viene affrontato con troppa superficialità: l’endometriosi. Questa patologia, che colpisce circa il 10% delle donne in età fertile, rappresenta ancora oggi un mistero per molti e, purtroppo, anche per diversi professionisti della salute.

È per questo che l’associazione Progetto Endometriosi (A.P.E. ODV) che crede nell’importanza dell’informazione corretta e della formazione continua, organizza in varie parti d’Italia incontri informativi e formativi. Questa è la volta della Calabria con una giornata di formazione dal titolo “Endometriosi: approccio multidisciplinare alla diagnosi e alla cura”.

Ebdometriosi, formazione all’Unical per i professionisti della salute

L’evento, che si terrà nel Centro Sanitario Unical, rappresenta un esempio virtuoso di come dovrebbe essere affrontata la medicina moderna: con un approccio multidisciplinare che mette al centro i pazienti e coinvolge tutti i professionisti che possono fare la differenza nel percorso di cura.

Non è un caso che l’iniziativa si rivolga a medici di medicina generale, psicologi, biologi nutrizionisti, ostetriche e farmacisti. L’endometriosi è una malattia complessa che richiede competenze diverse e un dialogo costante tra specialisti. Il medico di famiglia ha il ruolo cruciale di intercettare i primi sintomi, spesso sottovalutati o confusi con normali dolori mestruali. Lo psicologo diventa fondamentale per gestire l’impatto emotivo di una malattia cronica che può compromettere la qualità della vita. L’ostetrica accompagna le donne nel delicato percorso della fertilità, spesso compromessa da questa patologia. Il farmacista è un alleato prezioso per una corretta informazione sui trattamenti e per il supporto quotidiano. E il ruolo dei biologi nutrizionisti è di grande importanza, perché l’alimentazione rappresenta un supporto concreto nella gestione dei sintomi e del benessere quotidiano delle persone con endometriosi.

Un programma ricco e completo

Il programma della giornata formativa è articolato e completo. Si parte con l’arte dell’endometriosi, per proseguire con la diagnostica, la gestione cronica, le terapie farmacologiche e gli aspetti psicologici del dolore. Particolare attenzione viene dedicata anche al ruolo dell’alimentazione, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale nel percorso di cura. L’alimentazione può davvero fare la differenza nella gestione dei sintomi dell’endometriosi. Una dieta antinfiammatoria, ricca di omega-3, antiossidanti e povera di zuccheri raffinati, può aiutare a controllare il dolore e migliorare la qualità della vita.

La voce dell’esperienza

“Dopo anni di diagnosi errate e pellegrinaggi da uno specialista all’altro, ho capito quanto sia importante l’informazione corretta. – confida Maria Carmela Arcidiacono, volontaria di A.P.E. – La nostra associazione non è solo un punto di riferimento per le pazienti, ma anche un ponte tra il mondo scientifico e quello dell’esperienza vissuta. Eventi come questo di Arcavacata di Rende dimostrano che è possibile creare una rete di professionisti preparati e sensibili al problema”.

Le parole di Maria Carmela risuonano come un monito. L’endometriosi causa dolori invalidanti e può compromettere la fertilità. Inoltre ha un impatto significativo sulla vita lavorativa, sociale e di coppia. Eppure, la diagnosi arriva spesso dopo anni di sofferenza, quando ormai la malattia si è aggravata.

Maria Carmela Arcidiacono aggiunge: “Come calabrese e come donna che ha vissuto in prima persona il percorso tortuoso dell’endometriosi, so quanto spesso nella nostra regione le pazienti si sentano sole e poco comprese. La formazione di Arcavacata rappresenta un segnale concreto che qualcosa sta cambiando anche qui, nel nostro territorio, troppo spesso penalizzato dalla carenza di servizi e di informazioni. Per questo rivolgo un appello accorato ai professionisti della salute calabresi: formatevi, aggiornatevi, apritevi al dialogo multidisciplinare. Solo così potremo garantire diagnosi più tempestive e cure adeguate alle nostre donne. E alle pazienti voglio dire con forza: non siete sole. Esiste una rete che vi sostiene, fatta di associazioni come l’A.P.E., di volontarie che conoscono la vostra sofferenza e di medici che stanno scegliendo di ascoltare e imparare. Insieme possiamo rompere il silenzio e costruire anche in Calabria un futuro diverso per chi convive con l’endometriosi”.

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