Cosa sta succedendo sul fronte West Nile Virus? Come succede spesso, a calare nel caso delle arbovirosi è l’attenzione piuttosto che l’attività dei patogeni. In effetti, complice il clima, i casi  in Italia salgono ancora.

Ma anche la ricerca non si ferma: i ‘tre moschettieri dell’epidemiologia‘ hanno colpito ancora, mettendo a punto una sorta di ‘sfera di cristallo’ tecnologica, per predire l’andamento delle epidemie di questa arbovirosi e procedere in modo mirato. Ma vediamo prima gli ultimi dati.

West Nile Virus Italia: quasi 600 casi

Stando al nuovo bollettino dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sono ormai quasi 600 i casi di West Nile Virus nell’uomo: per la precisione 582, contro i 502 del precedente report. I morti sono 39.

Ben 260 casi sono stati neuro-invasivi, con Lazio e Campania ancora in testa alle Regioni più colpite (14 pazienti in Piemonte, 24 in Lombardia, 22 in Veneto, 1 in Friuli-Venezia Giulia, 1 in Liguria, 20 in Emilia-Romagna, 3 in  Toscana, 77 nel Lazio, 2 in Molise, 74 in Campania, 1 in Puglia, 2 in Basilicata, 5 in Calabria, 1 in Sicilia, 13 in Sardegna).

A questi si sommano 48 donatori di sangue asintomatici, 262 casi di febbre (di cui 1 importato dal Kenya), 4 asintomatici e 8 sintomatici.

Prevedere le epidemie di malattie tropicali

“La crescente prevalenza di malattie trasmesse da vettori evidenzia la necessità critica di strumenti di modellazione predittiva in grado di orientare il processo decisionale in materia di salute pubblica, soprattutto in assenza di vaccini efficaci”, scrivono nel loro nuovo studio su F1000Research Francesco Branda (Campus Bio-Medico di Roma), Massimo Ciccozzi (Campus Bio-Medico di Roma) e Fabio Scarpa (Università di Sassari), insieme a colleghi dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

“Abbiamo sviluppato un framework computazionale modulare che simula e analizza le dinamiche di trasmissione virus attraverso modelli compartimentali che catturano le complesse interazioni ecologiche tra ospiti aviari, zanzare vettori e popolazioni umane. Il nostro sistema – assicurano i ricercatori – integra parametri epidemiologici con meccanismi di intervento personalizzabili, facilitando la valutazione di approcci di mitigazione specifici per ogni scenario”.

Obiettivo: interventi mirati contro il West Nile Virus

Il sistema è un po’ una ‘alla di vetro’, ma non solo. Consente interventi dinamici e sensibili al fattore tempo, tra cui il controllo mirato delle zanzare e la gestione strategica della popolazione di uccelli, le due principali strategie di contenimento attualmente impiegate contro il virus.

“Utilizzando simulazioni che riflettono scenari di epidemia realistici, abbiamo valutato come le diverse intensità di intervento e i tempi di attuazione influenzino la progressione dell’epidemia. I nostri risultati rivelano che strategie a doppio bersaglio, implementate precocemente e rivolte sia alle popolazioni di vettori che ai serbatoi aviari, possono ridurre sostanzialmente le dinamiche di trasmissione e minimizzare il rischio di esposizione umana”, assicurano Ciccozzi e colleghi.

I ricercatori, in pratica, hanno realizzato una piattaforma completa di supporto per le agenzie di controllo dei vettori. Obiettivo: farsi trovare preparati, per mettere in campo interventi ‘su misuta’, precoci e basati sull’evidenza.

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