Una neonata di pochi giorni, in pericolo di vita a causa di una rarissima malformazione al fegato, è stata salvata all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino grazie a due interventi mini-invasivi e all’utilizzo di una speciale colla acrilica. La malformazione era già stata rilevata in fase prenatale dal dottor Andrea Sciarrone dell’Ospedale Sant’Anna di Torino: una comunicazione sanguigna anomala tra arterie e vene. Creando praticamente un cortocircuito, la malformazione faceva arrivare troppo sangue al cuore e ai polmoni, sottraendolo agli altri organi e mettendo seriamente a rischio la vita della neonata.
Due interventi salvavita in pochi giorni
I medici sono intervenuti due volte: la prima a sei giorni dalla nascita, la seconda una settimana dopo. Entrambe le operazioni si sono svolte nella sala di Emodinamica, utilizzando una tecnica mini-invasiva estremamente innovativa. I medici hanno raggiunto la malformazione passando attraverso i minuscoli vasi sanguigni della neonata con sottili cateteri, riuscendo così a chiuderla in modo preciso. Per sigillare l’anomalia è stata utilizzata una speciale colla acrilica biocompatibile, simile ai comuni adesivi istantanei, ma progettata per uso medico.
Abbiamo approfondito con il Professor Mauro Bergui, responsabile della Neuroradiologia Interventistica Ospedale Molinette.
Quanti interventi sono stati eseguiti in Italia utilizzando colla chirurgica?
«Non si è trattato del primo intervento con utilizzo di colla chirurgica, ma l’eccezionalità è stata averla usata su una bambina di pochi giorni, con vasi e arterie piccolissimi, in una situazione clinica così complicata. Praticamente la neonata aveva un cortocircuito in atto: dall’arteria il sangue tornava direttamente nel cuore, per cui il cuore pompava all’impazzata per riempire se stesso, mentre non arrivava più sangue ai reni, al fegato e soprattutto al cervello».
In quanto tempo avete notato una ripresa?
«La ripresa è stata istantanea: già durante l’intervento la pressione, che faticavamo a tenere a valori normali, ha cominciato a salire e arrivando a 80 (da 40), i polmoni si sono decongestionati e il corpo ha ricominciato a funzionare correttamente. Adesso la traiettoria della circolazione è normale: la bambina sta bene e non avrà problemi».
Lavoro di squadra tra ospedali: il paziente al centro
L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione tra diversi reparti degli ospedali Regina Margherita e Molinette, con il contributo di anestesisti, radiologi interventisti, chirurghi e neonatologi. «Il futuro della medicina risiede proprio nel lavoro multidisciplinare, per garantire un approccio centrato sulla persona e sui suoi bisogni», conclude il Professor Bergui.