Auani bronzo ai Mondiali di atletica

(Gaia Piccardi, inviata a Tokyo) L’ingegnere costruisce il suo personalissimo ponte tra passato e futuro. Con una gara coraggiosa, sempre nelle posizioni di testa e gestendo la fatica nelle fasi finali e nell’ultimo terribile giro di pista dentro lo stadio olimpico, arrivo nobile della gara più lunga del Mondiale, l’azzurro Iliass Aouani conquista un bellissimo bronzo nella maratona dietro il tanzaniano Alphonce Simbu e il tedesco Amanal Petros, accreditati dello stesso tempo (2h09’48”) al photofinish perché sprintano per l’oro dopo 42.195 metri di tormento ed estasi nell’umidità giapponese. Chiude in 2h09’53”, Aouani, lasciando sfogare quegli altri due sul rettilineo finale e controllando il pericoloso ritorno, alle spalle, dell’israeliano Alame mentre Yohanes Chiappinelli, l’altro azzurro in gara con Yeman Crippa (ritirato al km 32), si piazza sesto con il miglior tempo stagionale (2h10’15”).

Non c’è gioco di squadra, ciascuno per sé e gli dei dell’atletica per tutti, nel bel risultato complessivo in una prova disertata dai fuoriclasse della specialità per andare a prendere i dollaroni delle grandi maratone internazionali (sembra incredibile ma domenica prossima in calendario c’è la maratona di Berlino, dove il favorito sarà il keniano Sawe, e a ruota, 12 ottobre e 2 novembre, seguiranno Chicago e New York; Kipchoge invece aveva scelto Londra), Aouani è bravo a sfruttare il vuoto di potere lasciando sulle strade di Tokyo una prova di carattere, sostenuto da una forma eccellente. «Mi sono allenato per dare la migliore versione di me stesso – aveva detto alla vigilia -, non è stata una preparazione sempre lineare a causa di un leggero infortunio al bicipite femorale sinistro». Poi si era immaginato la gara: «Questo Mondiale sarà diverso dalle classiche maratone con le lepri: fattori come tattica e clima contano molto ma l’umidità c’è per tutti, e peserà. Sarà importante restare concentrati fino al km 35, quando si presenta la fatica. Ma non mi aspetto ritmi elevati». E così è stato.

​Campione europeo in carica di maratona, a Lovanio, in Belgio lo scorso 13 aprile stampando sul cronometro 2h09’05”, secondo italiano di sempre con 2h06’06”, il 29enne della Fiamme Azzurre allenato a Ferrara da Massimo Magnani tiene alto il bandierone in una prova in cui l’Italia non saliva sul podio dal bronzo di Stefano Baldini a Parigi nel 2003. Un risultato, a suo modo, storico. Iliass ha vissuto in Marocco solo due anni, poi ha raggiunto il padre e si è stabilito a Milano, nella zona di Ponte Lambro, scoprendo la corsa grazie alle gare studentesche senza mai trascurare lo studio: dopo il liceo scientifico, si è formato negli Usa tra Texas e Syracuse, conseguendo la laurea triennale in ingegneria civile e quella magistrale in ingegneria strutturale. Gli piace leggere, allenarsi e scrivere piccole pagine storia della nostra atletica, riportata in zona medaglie nella maratona che a livello mondiale non abbiamo mai vinto. Tokyo, espugnata con un foulard nero in testa e con la tattica sopraffina dell’ingegnere impegnato a risolvere difficili calcoli tecnici, è il suo capolavoro.