Un portavoce del ministero dell’Ambiente del Belgio ha detto che la scorta di contraccettivi da 10 milioni di dollari di USAID che si trovava in un magazzino del proprio paese non è stata distrutta, a differenza di quanto sostenuto in un articolo del New York Times, poi ripreso anche dal Post.  Il giornale aveva dato notizia della distruzione citando proprio un portavoce di USAID, l’agenzia governativa statunitense che gestiva i programmi di aiuti internazionali smantellata su ordine di Donald Trump.

Il governo belga aveva provato a bloccare la decisione ricorrendo tra l’altro al fatto che le leggi delle Fiandre, che hanno un proprio governo locale, vietano l’incenerimento di medicinali e dispositivi medici correttamente conservati e ancora utilizzabili, anche se lo smaltimento è previsto in un altro paese.

Venerdì mattina il ministro fiammingo dell’Ambiente Jo Brouns, responsabile della questione, ha inviato una squadra per ispezionare il magazzino di Geel, nella provincia di Anversa, proprio a seguito dell’articolo del New York Times che dava notizia della distruzione delle forniture. E dopo l’ispezione un suo portavoce ha detto «che nessuna spedizione è stata trasportata per l’incenerimento». Sempre venerdì un membro di USAID a conoscenza della vicenda ha dichiarato a Reuters che c’è stata una comunicazione errata con lo staff internazionale confermando che la distruzione non è ancora avvenuta.

Il portavoce di Brouns ha anche detto che le Fiandre avrebbero dovuto ricevere una richiesta di deroga dal governo degli Stati Uniti per distruggere le scorte di contraccettivi, ma che «tale deroga non è stata ancora presentata e pertanto non è stata concessa».