A vederlo da fuori sembrerebbe un blocco di granito inscalfibile, anche di fronte all’evento atmosferico più estremo. Guardi Bremer in campo e sembra che non si sia mai fermato, che non abbia necessità di un periodo di rodaggio, che l’infortunio al ginocchio sia stato una sorta di incubo, prima di tutto personale, ma anche collettivo. 270 minuti nelle prime tre partite ufficiali della stagione: en plein. Sempre titolare, già insostituibile per Tudor che non vedeva l’ora di avere a disposizione “il difensore più forte del mondo”. Ed è vero che in mezzo ci sono stati 10 giorni per riposare, passare del tempo con la famiglia, recuperare e poi allenarsi ancora. Ma è altrettanto vero che Bremer è reduce da una stagione passata ai box a causa della lesione dei legamenti crociati, una delle diagnosi peggiori per un calciatore. E, quindi, tocca essere prudenti, goderselo in campo, ma con la capacità di saperne fare a meno. Gestione e prudenza, le parole scolpite su quel blocco di granito di cui si parlava. E la linea l’ha resa chiara lo stesso Tudor, in conferenza, prima del Derby d’Italia: «Sta bene, durante la pausa ha lavorato e recuperato. Partita dopo partita decidiamo l’impiego».
I piani alternativi
Ed è il momento di prendere una decisione, alla vigilia del debutto stagionale in Champions contro il Borussia Dortmund. Per questo, dalle parti della Continassa, si inizia a riflettere su una Juventus che possa fare a meno del centrale brasiliano e nelle idee di Tudor e del suo staff si studiano i piani alternativi. Il più semplice sarebbe quello del cambio uomo su uomo: al posto di Bremer, un altro centrale: Rugani. Sinonimo di affidabilità, soprattutto per questo è rimasto in rosa. Oppure, si può far ruotare la difesa spostando Gatti nel mezzo, Kelly sempre a sinistra e a destra Kalulu. Lo slot da esterno che sarebbe lasciato libero dal francese, invece, attende Joao Mario, entrato bene proprio in quella posizione contro l’Inter. Le soluzioni non mancano, come anche le certezze. Su tutte, quella che Bremer è un insostituibile e che ogni alternativa rappresenterebbe un compromesso. A proposito di nodi da sciogliere, oggi il test decisivo per Miretti e Conceiçao che ieri hanno proseguito il loro percorso personalizzato di recupero dai rispettivi infortuni. Anche in questo caso, il desiderio è quello di allegarli alla lista dei convocati e allargare le opzioni in mano a Tudor, ma per una questione di attenzione e prudenza l’orizzonte sembra essere fissato in direzione Verona.
Gli altri ballottaggi
Lì dove, come già preannunciato, dovrebbe esserci anche Zhegrova. Per il resto, ci sono ancora alcuni ballottaggi da sciogliere. In attacco Jonathan David si riprende la pole rispetto a Vlahovic, mentre si ripresenta il tema di sostituire Conceiçao. Si apre il solito ventaglio di opzioni: ancora Koopmeiners a fare da pendolo tra trequarti e centrocampo, oppure il debutto da titolare di Openda o, perché no, una ricerca di maggiore compattezza con McKennie. In serata la rifinitura e poi una notte per disegnare l’undici. Non c’è tempo per godersi la vittoria nel Derby d’Italia.
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