“Stamattina, a cento metri da dove abito, hanno ucciso un uomo a colpi di pistola. Non so niente di perché e per che cosa, non è il mio primo e nemmeno secondo pensiero. Solo che mi ha fatto effetto sentire i colpi, distintamente, uno due tre quattro. Ho pensato subito che fosse una pistola che stava sparando”. Così sui social l’attivista Luca Casarini, in riferimento all’omicidio avvenuto questa mattina, a Palermo, nei pressi di piazza Principe di Camporeale.
“Eppure qui, da queste parti, di botti è un continuo – ha aggiunto Casarini -. Che sia per un compleanno, un matrimonio o un detenuto liberato, o perché è arrivata la merce, qua è un continuo. Eppure quei colpi li ho riconosciuti subito. Seri, secchi, distanziati solo dal tempo che ci mette l’indice a premere di nuovo”.
Casarini – ex capo dei disobbedienti, portavoce dei centri sociali del Nordest – è il fondatore della ong Mediterranea che salva migranti nel mare. Da tempo vive a Palermo. “Sentivo che erano colpi dritti, sparati da un metro da terra, non come quelli dei fuochi che esplodono in alto – ricorda -. ‘Qualcuno si è fatto male’ ho pensato, e ci è voluto poco per capire che avevo ragione: un quarto d’ora, e l’elicottero volteggiava così vicino alle case che i vasi di fiori del vicino sono volati. Quei colpi secchi mi hanno ricordato quella volta che li ho sentiti così vicini, cento metri, a Ramallah. Dal cancello dell’ospedale dove facevamo da scudi umani, l’unico rimasto in piedi, all’angolo della strada erano cento metri. Li ho sentiti secchi, tre, uno dietro l’altro, anche quella volta”.
fonte Dire