Una giornata di sport, memoria e tradizione al campo di Viterbo

Vent’anni di passione, ricordi e valori autentici della palla ovale. Sabato 20 settembre il campo di rugby di Viterbo ospiterà la ventesima edizione del Torneo del Capitano, appuntamento che non è soltanto una competizione sportiva, ma una vera e propria celebrazione del rugby come comunità e appartenenza.

La manifestazione, che apre tradizionalmente la stagione del rugby viterbese, è dedicata alla memoria di Domenico Gasparini ed Eraldo Gabrielli, due figure storiche del club che hanno lasciato un segno indelebile. Domenico, capitano e seconda linea di grande forza, scomparso prematuramente, ed Eraldo, estroso numero dieci, longevo e prolifico come pochi nella storia del Rugby Viterbo, incarnano due epoche diverse unite da un comune spirito: l’amore per il rugby e per i suoi valori più profondi.

Una giornata tra memoria e sport

La festa inizierà già al mattino con la reunion degli ex giocatori che hanno condiviso il campo con Eraldo e Domenico. Molti di loro torneranno a indossare gli scarpini per una partitella di rugby touch, mentre la formazione Under 16 sarà presente a testimoniare il passaggio di valori tra generazioni.

Nel pomeriggio sarà il momento clou del torneo, con quattro squadre pronte a contendersi il trofeo: Lions Alto Lazio, US Roma, Iesi e Primavera Roma.

Non solo rugby: musica, socialità e tradizione

Attorno al rettangolo di gioco si svilupperà un’intera giornata di festa: DJ set, mercatino vintage, stand food & beverage e la partecipazione della sezione viterbese degli Angeli in moto, che arricchiranno ulteriormente l’evento con la loro presenza solidale.

Come da tradizione, non mancherà il terzo tempo, momento simbolo del rugby, occasione di condivisione e amicizia oltre i confini del campo. La giornata si chiuderà a mezzanotte con il Rockabilly Fest, per un finale che unisce sport, musica e socialità, nel segno dello spirito più autentico della palla ovale.

Il significato di un anniversario

Il Torneo del Capitano, nato come omaggio a due figure indimenticabili, è diventato negli anni un rito collettivo capace di tenere insieme passato, presente e futuro del rugby viterbese. Un’occasione non solo per ricordare, ma per trasmettere alle nuove generazioni l’essenza di questo sport: sostegno reciproco, comunità, appartenenza e amicizia.