di
Leonard Berberi

Il fenomeno va avanti da metà giugno: tra i primi sedili bloccati dai viaggiatori c’è proprio l’11A, anche per voli di inizio 2026. Ma la diversa configurazione degli aerei colloca il posto in altre zone o in classe classi di viaggio

L’incidente del volo Air India e la storia dell’unico sopravvissuto, seduto sul posto 11A del Boeing 787, sta portando queste settimane a un effetto curioso, ma a volte problematico da gestire: un gran numero di persone sta scegliendo proprio quel sedile in fase di prenotazione. È quanto spiegano al Corriere dalle compagnie europee, statunitensi, mediorientali e asiatiche. E l’analisi effettuata sui database specializzati sull’assegnazione dei posti su un centinaio di voli nazionali, internazionali e intercontinentali conferma il trend. Resta da capire se durerà nel tempo o è un fenomeno temporaneo.

Dopo l’incidente

Sui voli programmati a novembre e dicembre di quest’anno, per esempio, ci sono aerei da 300 sedili con una decina di prenotazioni confermate. Tra queste il posto 11A compare sempre tra i primi selezionati in classe Economy. Una dinamica che si conferma nei viaggi più ravvicinati nel tempo. I jet di Air India non sono esenti. Prendiamo per esempio il volo AI135 da Ahmedabad a Londra Heathrow: il Boeing 787 in partenza il 28 agosto e il 23 ottobre vede quel sedile già prenotato. Lo stesso si nota anche sugli Airbus A350 del vettore.



















































Le simulazioni

L’interesse per l’11A si registra pure altrove. Sui voli tra l’Europa e l’Asia, tra il Vecchio Continente e l’Africa e il Nord America. Persino sulle rotte intra-europee dove i velivoli utilizzati sono quelli a corridoio singolo. «Un primo picco c’è stato la settimana dopo l’incidente dell’Air India, il 12 giugno, per i viaggi durante l’estate», confermano due dirigenti di altrettante aviolinee europee. «Poi però questo trend è andato avanti anche sui voli in autunno e ci sono clienti che stanno subito bloccando quel sedile per le partenze a inizio 2026, pagando un extra».

22 lug 2025

Le conseguenze

Il trend prosegue. Altri dirigenti sottolineano anche una sorta di «effetto di prossimità». «Se il posto 11A è occupato allora notiamo che vengono prenotati subito il posto davanti o dietro, cioè il 10A o il 12A», dicono. «Oppure una sorta di “specularità”: si prenota la stessa fila ma dalla parte opposta, ad esempio 11F per gli Airbus A320 o Boeing 737, l’11J o 11K per i velivoli a doppio corridoio».

Il costo della scelta

Al momento le compagnie non sembrano aver cambiato tariffazione per sfruttare l’ondata «emotiva». Il costo extra per la scelta del posto 11A appare in linea con i mesi precedenti, anche sulle low cost. Qualche vettore, a dire il vero, sta effettuando delle simulazioni con tariffe più elevate della media storica per la selezione del sedile, ma molto dipenderà da come si comporteranno i clienti nei prossimi mesi per le partenze a 2026 inoltrato.

Configurazioni diverse

Questa corsa a sorpresa all’11A sta però anche portando alcuni effetti «indesiderati», segnala più di un dirigente. La configurazione interna degli aerei non è uguale — per i vettori americani ed europei è un sedile di Business, su altri no —, così come diversi sono i modelli di velivolo (Airbus, Boeing, Embraer, Atr) che vanno dal corridoio singolo (A220, A320, B737) al doppio (A330, A350, B777, B787) per arrivare ai bolidi a due piani (A380 e B747). Per questo non sono mancate le lamentele dei viaggiatori convinti di sedersi in quello che considerano il «posto più sicuro», salvo poi ritrovarsi altrove e senza portellone d’emergenza com’è stato per il caso di Air India.

I due sopravvissuti sull’11A

Ma è davvero l’11A è il più sicuro? Da un lato ci sono le storie di due passeggeri che a distanza di anni — ma con configurazioni diverse dei jet — si sono salvati da disastri aerei. Oltre a Ramesh Viswashkumar, in salvo dopo lo schianto dell’Air India, nel 1998 Ruangsak Loychusak, cantante 47enne, ha raccontato di essere uscito vivo dopo l’incidente di un volo Thai Airways TG261. Ma in quel caso si salvarono anche altre cento persone sulle 146 a bordo.

Le statistiche

Secondo un’indagine del Corriere — studiando 50 incidenti con morti e feriti dal 1969 al 2013 — c’è una porzione di cabina che mostrerebbe tassi di sopravvivenza superiori rispetto ad altre parti: si trova a metà tra le ali e la coda, tra i due corridoi (in un aereo per i voli intercontinentali) o affaccia su un corridoio (in un jet per i viaggi brevi e medi). Chi è seduto in questa zona ha il 74% di probabilità di uscire indenne da un incidente. Si tratta quindi di un’area alcuni metri dietro al posto 11A sui Boeing 787.

Le variabili

L’esito finale di un incidente, va precisato, dipende da diversi fattori. Un velivolo che si inabissa nell’oceano ad altissima velocità non offre praticamente chance di salvarsi. Nel libro diventato celebre «Il club dei sopravvissuti — Un viaggio alla scoperta della faccia nascosta della vita (e della morte)» l’autore Ben Sherwood ricorda che l’80% dei disastri aerei si verifica nei tre minuti successivi al decollo o negli otto minuti che precedono l’atterraggio.

La regola delle 5 file

Secondo il docente dell’Università di Greenwich, Ed Galea, per aumentare le probabilità di sopravvivenza vale la «regola delle cinque file»: studiando 105 incidenti aerei e dopo aver parlato con oltre duemila sopravvissuti, il professore è giunto alla conclusione che chi è seduto al massimo a cinque file da un’uscita di emergenza ha maggiori probabilità di scamparsela.

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26 luglio 2025 ( modifica il 26 luglio 2025 | 07:40)