“Senza cinture di sicurezza, senza caschi. Due lavoratori in nero e uno solo regolarmente assunto. Così sono morti ieri a Napoli, nel quartiere Vomero, precipitando da un cestello a 25 metri d’altezza. Tre vite spezzate sul lavoro: Luigi Romano, Vincenzo Del Grosso e Ciro Pierro. Una tragedia che lascia sgomente le famiglie e ferisce la città. Sono quattro gli indagati. È un atto dovuto, certo, ma la realtà è chiara: c’era chi doveva vigilare, e non lo ha fatto”. Così l’europarlamentare napoletano Sandro Ruotolo, storico giornalista d’inchiesta e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, è intervenuto in una nota sul tragico incidente sul lavoro avvenuto nella mattinata di venerdì nel quartiere napoletano dell’Arenella in cui hanno preso la vita tre operai.
“In Italia ogni sei ore muore un operaio sul lavoro. La Campania è maglia nera: 25 morti sul lavoro solo nei primi mesi dell’anno, terza regione in classifica. Lo diciamo da sempre: servono investimenti nella prevenzione. E prevenzione significa formazione, assunzioni regolari, contrasto alla precarietà. Prevenzione significa anche una Procura nazionale sul lavoro, più ispettori, controlli reali e continui nei cantieri”, aggiunge il parlamentare europeo.
“La cosiddetta ‘patente a punti’, sbandierata dopo la ‘strage’ al cantiere Esselunga di Firenze, si è rivelata un fallimento. Un’altra illusione. I dati dell’Anmil parlano chiaro: nei primi cinque mesi di quest’anno gli infortuni mortali sul lavoro sono aumentati del 4,6%. E quante di queste morti si sarebbero potute evitare, se ci fossero state davvero le imbracature, i controlli, la volontà di tutelare le persone prima del profitto? La sicurezza non è un costo: è un diritto. Non possiamo più permettere che lavorare significhi rischiare la vita”, conclude Ruotolo.