Coca-Cola ha annunciato che in autunno negli Stati Uniti affiancherà alla classica versione della sua bevanda con sciroppo di glucosio-fruttosio una nuova versione prodotta con zucchero di canna. Così il presidente Donald Trump potrà vantarsi di aver fatto cambiare la mitica ricetta della Coca-Cola su sua pressione. Peccato, anche una grande icona dell’americanità (così come l’abbiamo sognata nei libri e nei film), una bibita che ha influenzato la cultura pop, la pubblicità e l’arte, diventando un elemento ricorrente nella rappresentazione della società contemporanea, sarà ora associata ai capricci dell’«Orange Man» (e la Fanta?).

Del resto, anche le Big Tech, descritte come istituzioni capaci di dirimere controversie e stabilire regole come fossero Stati sovrani, sono corse a omaggiare il Presidente.



















































Ma non si diceva che fosse il Mercato a controllare i destini del mondo, che fosse un’élite senza frontiere, unita da una rete di interessi interdipendenti di tipo finanziario, economico e industriale, a governare le singole amministrazioni?

Ci sono momenti in cui il potere politico vuol prendersi le sue rivincite, anche solo simboliche. O forse no: noi, per esempio, invece di ritoccare il Chinotto abbiamo inventato il golden power, il potere dorato per favorire imprenditori vicini a certi partiti o a certi leader politici.

26 luglio 2025, 23:59 – modifica il 26 luglio 2025 | 23:59