Alla Ferrari restano ancora otto appuntamenti per scongiurare il rischio di una stagione a secco di vittorie e preceduta da ben altre premesse. Di questi sono tre a offrire al Cavallino le opportunità migliori per mettere pressione alle McLaren, con la consapevolezza di doversela vedere anche con Max Verstappen e la Red Bull. Monza d’altronde ha evidenziato i limiti della SF-25, cresciuta con gli aggiornamenti estivi, ma non più della concorrenza.

Il messaggio di Monza

Il mese di agosto ha visto la McLaren trionfare a Budapest e Zandvoort, due piste cucite su misura della MCL39, esaltandone i punti di forza. Eppure, in Ungheria la Ferrari ha cullato a lungo l’idea di salire sul gradino più alto del podio, con Leclerc abile a cogliere l’opportunità presentatasi in qualifica, sfruttando poi l’aria libera in gara per dettare il passo. A seguito della vittoria sfumata, il monegasco ha commentato dicendo che quella fosse la chance migliore per la Scuderia di festeggiare un successo entro fine anno.

È evidente in effetti come la SF-25 non spicchi in alcun aspetto e non possa quindi considerarsi favorita su alcuna pista, ma questo non vuol dire che non si presenteranno altre opportunità. A Monza la McLaren ha confermato che la MCL39 perde di efficienza e competitività quando è costretta a girare in configurazione da basso carico aerodinamico, una caratteristica che la renderà nuovamente vulnerabile a Baku e Las Vegas. La Ferrari punterà quindi a farsi trovare pronta in queste due circostanze, specialmente sul tracciato azero, con cui Leclerc vanta una particolare sintonia, testimoniata dalle quattro pole position consecutive dal 2021 ad oggi.

Charles Leclerc in pole position a Baku© Copyright: Charniaux / XPB Images

Gli avversari comunque non mancheranno. Oltre ai sempre presenti Norris e Piastri, Max Verstappen sarà un altro contendente temibile. A Baku e Las Vegas, infatti, la Red Bull monterà quella veste da basso carico aerodinamico con cui si è dimostrata essere terribilmente efficiente, conquistando la pole a Silverstone, la vittoria nella Sprint a Spa e vincendo a Monza. A Las Vegas, inoltre, potrebbe essere della partita anche la Mercedes, eccellente sui circuiti ricchi di frenate e ripartenze a volante dritto, ma soprattutto amante delle rigide temperature autunnali del Nevada.

L’altra occasione

La Scuderia avrà inoltre una terza possibilità per ben figurare. Trattasi di Singapore, il circuito più vicino come caratteristiche a Monte Carlo dove la SF-25 già si era messa in mostra lo scorso maggio. Il cittadino asiatico, con le sue basse velocità sul giro, fa sì che ogni macchina trascorra meno tempo alle alte percorrenze, quando l’elevato carico sprigionato schiaccia l’auto contro l’asfalto. Come già visto nel Principato, l’usura del fondo non è motivo di grandi preoccupazioni in queste circostanze, consentendo alle squadre maggiore libertà nelle regolazioni meccaniche delle sospensioni, soprattutto alla Ferrari, particolarmente limitata nell’assetto dai timori per il consumo del plank.

D’altra parte, quello asiatico è un circuito leggermente più scorrevole rispetto a Monaco, le cui curve sono più vicine a quell’intervallo di medie velocità dove la McLaren esprime il massimo vantaggio sulla concorrenza. Ecco allora che a Singapore, così come a Baku, Las Vegas e in tutti gli appuntamenti restanti, per la Ferrari il modo migliore per strappare una vittoria sarà essere costantemente la seconda forza, pronta ad approfittare di qualsiasi inconveniente ai battistrada. In questo ci sarà da fare i conti con la Red Bull, forte ora del nuovo fondo introdotto in Italia, oltre che dei correttivi alla messa a punto che sembra stiano dando i loro frutti.

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Aggiornamenti promossi, ma non bastano

La Ferrari dovrà quindi essere opportunista se vorrà evitare lo scenario di una stagione a zero vittorie. È una consapevolezza figlia dei riscontri di Monza, che ha mostrato come gli aggiornamenti non siano bastati a ricucire del tutto il ritardo dai battistrada, specialmente in qualifica, nemmeno su una pista teoricamente più amica alla SF-25. La nuova sospensione posteriore è stata un passo in avanti, a differenza ad esempio di quella a cui la Mercedes ha dovuto rinunciare, con i dati che testimoniano un incremento di carico dal fondo grazie al miglior controllo delle altezze da terra. D’altra parte, il ritmo di crescita del Cavallino non è stato superiore a quello della McLaren. Dopo essersi già presentata con la macchina più performante a inizio anno, la formazione papaya è stata la migliore anche nella corsa allo sviluppo, abile a prevenire qualsiasi recupero della concorrenza.