Dopo aver dominato la Formula 1 e acceso le speranze dei tifosi Ferrari, Sebastian Vettel ha cambiato strada. Oggi veste i panni del paladino green: predica sostenibilità, porta avanti progetti ecologici e si presenta come un testimonial etico più che come un ex campione. Una metamorfosi radicale che ricorda quella di Claudia Koll, passata dal cinema di Tinto Brass alla croce. Un cambio d’immagine radicale che un po’ divide: redenzione autentica o immagine costruita?
Dalle vittorie al pulpito ecologista
C’è stato un tempo in cui Sebastian Vettel era soltanto un pilota. Un campione feroce, quattro volte iridato con Red Bull, capace di infiammare i cuori ferraristi con vittorie memorabili. Oggi, invece, il Vettel che ci viene proposto non è più quello delle staccate al limite, ma il paladino dell’ambiente.
La redenzione a colpi di carburante ecologico
Dopo aver bruciato tonnellate di benzina in carriera, Vettel porta in pista le sue monoposto storiche alimentate con biocarburanti, costruisce alveari a Suzuka, sostiene progetti sociali e lancia collezioni di maglie costose devolvendo il ricavato. Una trasformazione radicale, quasi da copione.
Il paradosso del predicatore verde
Il problema è che questa metamorfosi rischia di sembrare più un copione che una presa di coscienza. Presentarsi ai saloni con scarpe vecchie e camicia sgualcita può rafforzare l’immagine del “messaggero umile”, ma dietro resta la contraddizione: Vettel è sempre stato il paladino di un mondo che con l’ambiente ha poco a che fare.
Dal campione al “professore” noioso
Così come Claudia Koll, passata dai film erotici di Tinto Brass a un percorso di fede e vocazione religiosa, anche Vettel sembra voler cancellare il proprio passato per reinventarsi in ua figura moralizzatrice. Entrambi hanno intrapreso un cammino di redenzione totale, ma nel farlo rischiano di diventare personaggi monotematici, più predicatori che protagonisti.
Pilota o missionario?
Forse il Vettel più autentico sarebbe stato quello che accoglie le proprie contraddizioni: un campione che ha fatto la storia con benzina e motori V8, senza sentirsi in dovere di travestirsi da guru green. Perché alla fine, quello che resta nella memoria collettiva non sono le prediche, ma i sorpassi.
E voi cosa ne pensate? Preferite ricordare Vettel per le sue vittorie o apprezzate di più la sua nuova vita da predicatore ecologista?
Crediti foto: IAA Mobility