Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance lunedì ha condotto un episodio speciale del Charlie Kirk Show, il podcast dell’attivista di estrema destra Charlie Kirk, ucciso la settimana scorsa durante un incontro pubblico in Utah. Nell’episodio, in cui ha chiamato come ospiti vari funzionari di alto livello della Casa Bianca ed esponenti della destra statunitense, Vance ha detto: «Quando vedete qualcuno che festeggia l’omicidio di Charlie, segnalatelo. E diavolo, chiamate anche il suo datore di lavoro».

È più o meno quello che sta succedendo: negli scorsi giorni negli Stati Uniti decine di persone sono state licenziate o sospese dopo che erano state segnalate da attivisti di destra per aver postato sui social media contenuti ritenuti non rispettosi nei confronti di Kirk. Queste attività fanno parte di una campagna più ampia con cui l’amministrazione del presidente Donald Trump sta cercando di usare l’uccisione di Kirk per demonizzare i gruppi progressisti, anche se ancora non è chiaro il movente dell’omicidio.

Il licenziamento più noto, avvenuto poco dopo l’omicidio, è stato quello di Matthew Dowd, analista politico della rete televisiva MSNBC, che aveva detto in onda che la retorica violenta e provocatrice di Kirk poteva aver avuto un ruolo nel suo omicidio.

In seguito due delle principali compagnie aeree americane, United Airlines e Delta Air Lines, hanno fatto sapere di aver sospeso alcuni dipendenti per post sui social media «che andavano ben oltre il dibattito rispettoso e sano», ha detto Ed Bastian, amministratore delegato di Delta. Office Depot, una nota catena di negozi di articoli per ufficio, ha licenziato alcuni dipendenti dopo che un video pubblicato online ha mostrato uno di loro che si rifiutava di stampare un manifesto commemorativo per Kirk.

Il palazzo della sede del governo dello Utah con la bandiera a mezz'asta in onore di Charlie Kirk

Il palazzo della sede del governo dello Utah con la bandiera a mezz’asta in onore di Charlie Kirk (Scott G Winterton/The Deseret News via AP)

Ci sono stati licenziamenti in alcune grosse società di avvocati, in ospedali e cliniche mediche, nelle scuole e nelle università. Quasi mai nei comunicati delle aziende viene descritto il contenuto dei post che hanno provocato i licenziamenti. Ad ogni modo, le aziende private negli Stati Uniti hanno ampia libertà di licenziare i propri dipendenti, anche per post e messaggi espressi privatamente, ma ritenuti lesivi degli interessi dell’azienda.

Questa campagna è stata gestita da vari attivisti e influencer di estrema destra, e coordinata soprattutto attraverso un sito, chiamato “Expose Charlie’s Murderers” (“Smaschera gli assassini di Charlie”), in cui le persone possono inviare segnalazioni anonime. Nel fine settimana, secondo i proprietari del sito, le segnalazioni erano più di 30mila.

I licenziamenti sono stati anche incoraggiati da membri del governo. Il segretario ai Trasporti Sean Duffy ha scritto su X, parlando di chi celebra l’omicidio di Kirk: «Questi comportamenti sono disgustosi e chi li mette in atto dovrebbe essere licenziato». Pam Bondi, la procuratrice generale, ha detto che pensa che ci siano gli estremi legali per obbligare le aziende a licenziare i dipendenti irrispettosi nei confronti di Kirk.

Ci sono anche stati casi di segnalazioni palesemente sbagliate. Il Wall Street Journal ha raccontato la storia di Cynthia Rehberg, la preside di una scuola elementare nel Wisconsin accusata ingiustamente di aver postato un video in cui si celebrava la morte di Kirk. Il post era falso, ma la preside è stata comunque segnalata da un noto attivista di estrema destra, e la scuola ha ricevuto centinaia di telefonate e messaggi di protesta e minaccia da parte di attivisti di destra.

Lunedì più di 100 famiglie di alunni della scuola hanno tenuto a casa i propri bambini temendo per la loro sicurezza, visto che la preside era diventata un possibile obiettivo. Alla fine le cose si sono placate perché l’attivista che aveva segnalato Rehberg ha riconosciuto l’errore.

Questa campagna molto solerte contro i post irrispettosi nei confronti di Kirk portata avanti dalla destra statunitense è in contrasto con il suo atteggiamento quando la violenza politica è commessa contro esponenti della sinistra. Quando Paul Pelosi, il marito dell’ex speaker Democratica della Camera Nancy Pelosi, fu attaccato a colpi di martello da un estremista di destra, Trump alimentò teorie del complotto contro i Pelosi, senza condannare l’aggressione.

La deputata Repubblicana Marjorie Taylor Greene, che negli scorsi giorni ha condannato duramente i «milioni che a sinistra hanno celebrato» l’uccisione di Kirk, prima di essere eletta sosteneva che vari politici Democratici, tra cui Barack Obama e ancora Nancy Pelosi, dovessero essere assassinati.

Lo stesso Charlie Kirk definì come «feccia» George Floyd, l’uomo afroamericano la cui uccisione da parte della polizia nel 2020 fece cominciare le proteste antirazziste guidate dal movimento Black Lives Matter.