di
Paolo Condò

Ci sono 8 squadre top, ma Inter, Juventus, Napoli e Atalanta andranno avanti. Gli azzurri si presentano meglio, ma i milanesi delle due finali sono stati gli ultimi a vincere

La Champions League ha quasi raggiunto la Coppa dei Campioni. Dopo 36 stagioni di sola eliminazione diretta, il torneo più prestigioso del calcio inizia oggi la sua 35ª edizione disegnata a gironi, per il secondo anno quello unico con otto partite garantite che tanto bene fanno alle casse dei club e certo non dispiacciono agli amanti del grande football. 

Subito «tre finali» storiche

Una volta compresa — ma non era difficile, giusto un popolo conservatore come quello del calcio poteva fare il finto tonto — l’ultima formula è stata promossa ovunque perché propone partitissime fin dall’autunno, e sono gare che contano perché se le perdi resti indietro in classifica. Soltanto tra i match della prima settimana ci sono tre storiche finali: Juve-Dortmund (1997) di stasera, Ajax-Inter (1972) e Bayern-Chelsea (2012) di domani.



















































La quota qualificazione alla fase a eliminazione diretta

 Rispetto all’anno scorso, quando si ipotizzavano numeri al buio, ora sappiamo che a 16 punti si viaggia in prima classe (qualificazione diretta agli ottavi), a 13 con una buona differenza reti si vola in business (playoff col ritorno in casa), a 11 con una differenza non rovinosa siete in economy (playoff col ritorno in trasferta), mentre sotto tornate a casa a piedi

Il fattore concentrazione

L’anno scorso le cinque italiane — sì, ne abbiamo persa una — si divisero così: Inter subito agli ottavi, e da lì avanti fino alla finale, Atalanta, Milan e Juve eliminate ai playoff, Bologna out dopo il girone. Il debutto della nuova formula sorprese Real, Bayern, Paris e City, costrette al playoff dove Guardiola venne addirittura eliminato: vedrete che quest’anno saranno concentrate fin dalla prima gara.

Le otto super favorite

Otto squadre hanno qualcosa che le fa considerare potenziali vincitrici: i soldi del Liverpool (ha realizzato un mercato sconvolgente, più di 500 milioni investiti), il fresco titolo del Psg (che in finale, beh, lo sapete), i ragazzi pazzeschi del Barcellona, il mosaico dell’Arsenal, il Chelsea campione del mondo, la rinnovata potenza del Bayern, e poi per Real Madrid e Manchester City basterà citare due nomi, quelli di Mbappé ed Haaland. Correte a guardare le sintesi delle loro partite del week-end: ciascuno col suo stile, hanno giocato entrambi da padreterni. Nemmeno quest’anno vinceranno il Pallone d’oro — si assegna lunedì, l’alzerà Dembelé oppure Yamal — ma per come sono partiti nella nuova stagione devono essere proprio stufi di veder festeggiare altri.

La serie A «digiuna» da 15 anni in Champions League

Le squadre italiane non vincono la Champions dal 2010, e dopo il trionfo del Psg la serie A è il campionato tra i big 5 che digiuna da più tempo. La spiegazione è facile: siamo l’unico Paese privo di un club senza limiti di conto corrente. In Inghilterra spendono tutti, in Spagna c’è il Real, in Francia il Psg, in Germania il Bayern. Il rovescio della medaglia è che grazie a questo abbiamo il campionato più combattuto

Il compito di Napoli e Inter: scalzare una delle 8 corazzate

Il Napoli è la nostra candidata di punta: debutta giovedì in casa del City e il pronostico è tutt’altro che chiuso perché Guardiola sta mascherando con Haaland (e ora anche Donnarumma) un avvio di stagione claudicante. L’immediato ritorno di De Bruyne a Manchester è un tema forte, il sorteggio delle avversarie è stato in generale stuzzicante: valido e completo, il Napoli corre per sorpassare una delle otto corazzate, e guadagnarsi un posto fra le promosse di gennaio. Dietro ai campioni è doveroso menzionare l’Inter, due volte in finale nelle ultime tre edizioni, accreditato di 12 punti nelle prime quattro gare perché saranno le più semplici — domani a casa dell’Ajax non può fallire — e poi si vedrà, interpretando bene le serate di gala (Liverpool e Arsenal a San Siro) la promozione diretta non è un’utopia.

La Juventus e il finale da lanciare, le chance dell’Atalanta

La Juventus apre le danze stasera ospitando il Borussia Dortmund, la meno forte delle più forti, e sarà bene portarsi avanti col lavoro perché poi verranno Real e Villarreal in trasferta. Il finale è in discesa, ma occorre arrivarci lanciati: nemmeno la Juve va esclusa a priori dalle prime otto. Sarà più complicato per l’Atalanta, che però domenica ha sentito finalmente la presa salda di Juric, e si è accesa. Quella di domani a Parigi è un’occasione, perché nel Psg mancheranno Dembelé, Doué e forse pure Kvara. Le alternative spaventano quasi come i titolari, ma se non ci provi stavolta non ci provi mai. E aprire il girone non perdendo in casa dei campioni varrebbe uno slancio almeno da playoff.

16 settembre 2025