di
Maria Giovanna Faiella

Le raccomandazioni nella circolare del ministero della Salute: «Per ridurre morbosità, complicanze e mortalità è necessario raggiungere coperture vaccinali elevate nei gruppi di popolazione target, in particolare negli anziani con più di 65 anni e nei soggetti ad alto rischio di tutte le età»

Con l’avvicinarsi della stagione autunnale, gli sbalzi di temperatura e il ritorno in ambienti chiusi e affollati – come aule scolastiche, palestre, uffici, trasporti pubblici – favoriscono l’esposizione ai virus respiratori. E cominciano i primi malanni, come raffreddore, tosse, febbre. Ma è già arrivata l’influenza stagionale o si tratta di un comune raffreddore o di Covid-19? L’influenza si può prevenire e come? A chi è raccomandato il vaccino antinfluenzale e perché? Quando farlo? 
Di seguito le risposte a queste e altre domande, in base alle indicazioni date dal ministero della Salute nella Circolare «Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2025-2026».

Quando arriva l’influenza?  

Verosimilmente, come gli altri anni, in Italia l’influenza è attesa nel periodo che va da fine ottobre agli inizi novembre, ma dipende anche dall’andamento delle temperature. 
A indicare quando esattamente il virus influenzale inizia a circolare sono i cosiddetti «medici sentinella» (medici e pediatri di famiglia reclutati dalle Regioni ndr) che fanno parte del sistema di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.  
Va ricordato che l’influenza non va confusa col comune raffreddore o col Covid-19 o altre sindromi simili. Sono molti, infatti, i virus che possono provocare sintomi respiratori: oltre al virus influenzale e al Sars-CoV-2 (l’agente patogeno di Covid-19, che ormai non è più stagionale), ci sono, per esempio, il virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali, rhinovirus, adenovirus, metapneumovirus (tra le cause più frequenti di malattie delle vie aeree inferiori nei bambini ndr), ma anche alcuni batteri possono colpire le vie respiratorie.



















































L’influenza si può prevenire?

L’influenza è una malattia molto contagiosa poiché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, diffuse attraverso tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Per ridurre il rischio di infettarsi sono sempre valide le solite ma essenziali regole igieniche e buone abitudini (valide, in generale, per prevenire la trasmissione delle infezioni respiratorie), quali:
lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone (o con soluzioni detergenti a base di alcol), specialmente dopo aver tossito e starnutito, o dopo aver frequentato mezzi di trasporto o luoghi pubblici;  
– osservare una buona igiene respiratoria, quindi coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente; 
areare regolarmente le stanze dove si soggiorna;
evitare di toccare occhi, naso o bocca con le mani non lavate: i virus possono diffondersi quando una persona tocca una superficie contaminata e poi si tocca occhi, naso o bocca; 
stare a riposo a casa se si ha l’influenza e, se in famiglia ci sono persone a rischio, evitare contatti o utilizzare la mascherina».

L’influenza può essere pericolosa?

L’influenza è una malattia respiratoria acuta che può manifestarsi in forme di diversa gravità
Secondo le stime del Centro Europeo per il controllo delle Malattie (ECDC),
come riportato nella Circolare ministeriale del 27 luglio, in Europa ogni anno si verificano dai 4 ai 50 milioni di casi sintomatici di influenza e tra i 15mila e 70 mila cittadini europei muoiono di cause associate all’influenza. Il 90% dei decessi si verifica in persone con condizioni cliniche croniche di base.
Nel nostro Paese l’influenza e la polmonite ad essa associata sono tra le prime dieci principali cause di morte.

Quanto sarà «aggressiva»?

Per prevedere se e quanto l’influenza sarà «aggressiva», ogni anno gli esperti fanno riferimento ai dati che provengono dall’Australia dove l’inverno sta finendo. Sembra che nell’emisfero australe la stagione influenzale sia stata intensa, con un aumento dei casi e dei ricoveri in ospedale. Un segnale non positivo per il nostro Paese.

A chi è consigliato vaccinarsi? Le categorie «target»

Come riporta la Circolare del ministero della Salute: «La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze, che non sono solo respiratorie ma possono coinvolgere diversi organi e/o apparati (per esempio: miocardite, encefalite)».
Secondo le indicazioni ministeriali, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata e offerta gratuitamente a:
– persone dai 60 anni in poi
– bambini dai sei mesi ai sei anni
– donne in gravidanza e nel post-partum;
persone con malattie croniche che espongono a un maggior rischio di complicanze in caso di influenza, come tumori, diabete, malattie dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio o problemi al sistema immunitario (si veda infografica sotto e l’elenco completo nella circolare ministeriale qui); 
– ricoverati presso strutture di lungodegenza
familiari di soggetti ad alto rischio di complicanze;
addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, come medici e personale sanitario e socio-assistenziale, forze di polizia e vigili del fuoco, donatori di sangue.
L’elenco non è esaustivo poiché i medici, applicando il loro giudizio clinico, possono consigliare ad altri assistiti di vaccinarsi o perché l’influenza rischia di aggravare malattie di base di cui soffrono questi pazienti, o perché potrebbero rischiare gravi malattie derivanti dall’influenza stessa.

Perché vaccinarsi?

Perché per determinati gruppi di persone è importante vaccinarsi? Lo spiega Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing, Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nonché direttore del Dipartimento di prevenzione all’Asl di Taranto e docente di Igiene all’Università di Bari – sede di Taranto: «L’influenza non è una malattia banale per chi è più fragile o più avanti con l’età; per questo, soprattutto per le persone a rischio di malattia grave è importante vaccinarsi». 
Si stima che ogni anno nel nostro Paese muoiano in media circa ottomila persone a causa dell’influenza e delle sue complicanze

Quando vaccinarsi?

Il ministero della Salute ha raccomandato di avviare la campagna di vaccinazione antinfluenzale a partire dagli inizi di ottobre
Le Regioni stanno dando disposizioni per la campagna vaccinale in base alle dosi disponibili di vaccini ordinati autonomamente tra i prodotti disponibili in commercio, autorizzati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Verosimilmente, in ogni Regione, la campagna vaccinale dovrebbe partire a metà ottobre (quindi si potranno chiedere informazioni al proprio medico di famiglia).
Va ricordato che, perché la protezione vaccinale si attivi, occorrono almeno due settimane.  

 11 i vaccini autorizzati dall’Aifa

L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha autorizzato 11 vaccini per l’immunizzazione contro l’influenza stagionale nella stagione 2025-2026.  Come ogni anno, l’autorizzazione riguarda l’aggiornamento dei ceppi virali sulla base delle caratteristiche antigeniche dei ceppi circolanti nell’ultima stagione, secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). 
Dieci vaccini autorizzati si somministrano per via iniettiva, l’altro vaccino è uno spray nasale indicato per l’immunizzazione attiva in bambini e adolescenti di età compresa tra 2 anni e 18 anni.
L’Aifa precisa che «non tutti i vaccini autorizzati sono necessariamente disponibili sul mercato. Le Regioni decidono annualmente, tramite gare per la fornitura, tra i prodotti disponibili in commercio, quelli che verranno utilizzati durante le campagne vaccinali per l’offerta gratuita a carico del Servizio Sanitario Nazionale». 

L’anno scorso si è vaccinato poco più di un anziano su due

Nella stagione influenzale 2024/2025, secondo i dati del ministero della Salute, la copertura vaccinale nella popolazione generale è lievemente aumentata (19,6) rispetto alla stagione precedente (18,9%), ma diminuisce ancora nella popolazione anziana: si è vaccinato, infatti, poco più di un ultrasessantacinquenne su due (52,5% rispetto al 53,3% della stagione 2023-24), a fronte di un obiettivo di copertura «ottimale» del 95% e «minimo» del 75% per tutti i gruppi target.
Come sottolineano gli esperti del ministero, in base a evidenze scientifiche, «per ridurre significativamente morbosità, complicanze e mortalità per influenza, è necessario raggiungere coperture vaccinali elevate nei gruppi di popolazione target, in particolare negli anziani con più di 65 anni e nei soggetti ad alto rischio di tutte le età». 

Articolo in aggiornamento…

16 settembre 2025