Uno studio su Nature Communications rivela che il long COVID è associato a sanguinamenti uterini anomali e maggiore infiammazione endometriale, ma non compromette la funzione ovarica. I risultati aprono la strada a nuove terapie mirate. Da quando il SARS-CoV-2 è emerso, gli effetti a lungo termine dell’infezione sono stati oggetto di crescente attenzione. Tra i sintomi riportati da chi soffre di long COVID vi sono anche alterazioni del ciclo mestruale. Fino a oggi, tuttavia, mancavano dati solidi che distinguessero i disturbi mestruali nei soggetti con long COVID da quelli di chi non ha mai contratto il virus o di chi ha superato l’infezione acuta.

Un nuovo studio coordinato da Jacqueline Maybin e pubblicato su Nature Communications ha colmato questa lacuna, analizzando in dettaglio la relazione bidirezionale tra long COVID e mestruazioni.

Lo studio

I ricercatori hanno condotto un’indagine online a cui hanno partecipato oltre 12.000 persone. Dopo i criteri di esclusione, il campione finale ha incluso:

  • 9.423 controlli senza precedenti infezioni da COVID,
  • 1.716 soggetti con COVID acuto,
  • 1.048 persone con long COVID.

Un sottogruppo di 54 donne è stato monitorato prospetticamente per valutare come i sintomi del long COVID variassero nel corso del ciclo mestruale. Inoltre, un piccolo campione (10 donne) ha fornito sangue ed endometrio per analisi ormonali e immunologiche.

I risultati principaliAlterazioni mestruali

Lo studio ha mostrato un’associazione chiara tra long COVID e sanguinamenti uterini anomali (AUB, Abnormal Uterine Bleeding). Rispetto ai controlli:

  • Durata del ciclo: raddoppiato il rischio di mestruazioni oltre gli 8 giorni (PR = 2.26).
  • Volume mestruale: rischio quasi doppio di flusso più abbondante (RR = 1.93).
  • Sanguinamento intermestruale: aumento del 59%.
  • Episodi mancati di mestruazione: aumento del 39%.

Al contrario, le persone guarite dal COVID acuto mostravano solo minimi cambiamenti, non statisticamente significativi.

Ciclo mestruale e sintomi di long COVID

Nel gruppo monitorato giornalmente, i sintomi risultavano più intensi nella fase peri-mestruale (dai due giorni precedenti fino al termine del flusso) e nella fase proliferativa. In particolare, affaticamento, mal di testa, vertigini e dolore muscolare peggioravano significativamente. Ciò suggerisce un rapporto bidirezionale: non solo il long COVID altera le mestruazioni, ma anche le fluttuazioni ormonali sembrano influenzare i sintomi del long COVID.

Analisi biologiche

Le indagini molecolari hanno fornito indicazioni sui possibili meccanismi:

  • Androgeni: livelli più alti di 5α-diidrotestosterone e minore espressione dei recettori endometriali agli androgeni nelle donne con long COVID.
  • Infiammazione: nel sangue e nell’endometrio delle pazienti long COVID si osservavano livelli più elevati di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-8, TNF) durante la fase mestruale.
  • Progesterone ed estrogeni: non sono emerse differenze tali da suggerire una compromissione ovarica.

In sintesi, i dati indicano che il long COVID non riduce la funzione ovarica, ma altera l’ambiente ormonale e infiammatorio dell’endometrio, favorendo irregolarità del sanguinamento.

Implicazioni cliniche

I risultati hanno un impatto rilevante per la salute pubblica e la medicina di genere:

  • Le alterazioni mestruali associate al long COVID potrebbero aumentare i casi di anemia da carenza di ferro, già comune nelle donne con mestruazioni abbondanti.
  • La conferma che la funzione ovarica rimane intatta è rassicurante in termini di fertilità.
  • L’identificazione di meccanismi infiammatori e androgenici apre nuove possibilità terapeutiche mirate, ad esempio farmaci anti-infiammatori o interventi ormonali localizzati.

Limiti e prospettive future

Gli autori segnalano alcuni limiti:

  • Il campione per le analisi biologiche è molto ridotto (10 donne).
  • La coorte è rappresentativa soprattutto della popolazione bianca britannica (92%).
  • Sono necessari studi su gruppi etnici e geografici più diversificati, con campioni più ampi, per confermare i risultati.

Tuttavia, lo studio rappresenta un passo fondamentale per riconoscere e trattare un aspetto del long COVID finora poco esplorato.

Il long COVID non sembra compromettere la funzione ovarica, ma è associato a sanguinamenti uterini anomali e a un aumento della risposta infiammatoria endometriale, che possono peggiorare la qualità di vita delle persone che mestruano. Comprendere meglio questi meccanismi è cruciale per sviluppare trattamenti specifici e ridurre l’impatto del long COVID sulla salute riproduttiva e sul benessere generale.