Nutribullet Treviso Basket
LBA Campionato 2025 -2026
Data: 23 Agosto 2025
Partita: Primo allenamento – Presentazione squadra Sant Antonino
Soggetto:
Note:

C’è una foto sbiadita in fondo allo scatolone dei ricordi, che racconta meglio di mille numeri la passione per il basket a Treviso. È l’immagine di un Palaverde gremito, di sciarpe biancoverdi che si muovono come un’onda, di un tifo che non si è mai arreso, nemmeno nei momenti più difficili. Una foto che, più di ogni altro dato statistico, restituisce l’anima di una città che vive di basket. Tra campioni e leggende, tra grandi vittorie e brucianti sconfitte, quel grade cuore ha attraversato decenni, mutato i suoi colori, eppure non si è mai arreso. Si è messo da parte, silenzioso, nelle stagioni più complicate, ma non ha mai smesso di battere, di pulsare. Oggi, nell’estate del 2025 e della nona stagione consecutiva in LBA dalla rifondazione, quella passione ritrova una nuova forma, un nuovo progetto, e la speranza che si possa finalmente scrivere un altro capitolo della storia cestistica della città.

Gli Arrivi: nuovi capitoli da scrivere

GLI SCOUTING: Joe Ragland, DeShawn Stephens

Joe Ragland non è solo un playmaker, ma un leader. È un viaggiatore del parquet, uno di quei giocatori che portano con sé una storia di esperienze in ogni angolo del mondo. Dal Mediterraneo all’Adriatico, ogni sua tappa ha aggiunto qualcosa al suo bagaglio tecnico e mentale. Reduce da un’importante esperienza a Tel Aviv, Ragland è uno che sa come leggere il gioco, capace di comandare il ritmo, ma soprattutto di essere la chiave di volta in quei momenti che contano davvero. La carta d’identità fa storcere il naso (36 anni), ma attenzione ai terribili vecchietti.

Brianté Weber (32 anni), The Deuce, è l’anima inquieta, il guerriero che porta con sé una carica di energia che non si spegne mai. Il suo pressing, la sua capacità di rompere il ritmo avversario sono il tipo di ingredienti che potrebbero regalare una dimensione nuova alla squadra. Un cuore pulsante, capace di spronare i compagni anche quando le cose si mettono male. Già visto a Reggio e Sassari, per lui stralci di NBA; potrebbe essere uno degli uomini chiave.

E poi ci sono Muhammad-Ali Abdur-Rahkman e Federico Miaschi, che insieme potrebbero essere il giusto mix di coraggio e freschezza. Se Ragland è esperienza, loro sono la scommessa, il rischio che può trasformarsi in una grande occasione.

Il primo, per tutti MARS dai tempi di Michigan (31 anni) è un giocatore che non ha paura di prendersi responsabilità, capace di fare la differenza anche nei momenti più delicati; dovrà affrontare qualche pecca di discontinuità (come già visto a Pesaro), grande tiratore, ha fatto vedere grandi cose in Asia Cup ed è stato uno dei punti di riferimento di Bilbao alla conquista della Champions League.

Federico Miaschi, giovane ma già con un bagaglio importante, rappresenta la volontà di costruire qualcosa di solido per il futuro. Tra i migliori di Scafati nella scorsa stagione, avrà in Osy Olisevicius il giusto mentore per fare il salto di qualità nella lega.

Kruize Pinkins è il tipo di giocatore che ogni squadra desidera sotto canestro: fisico, dominante e versatile. Non è solo un “big man” che fa sentire la sua presenza nei rimbalzi, ma sa anche come giocare con intelligenza, utilizzando la sua agilità e tecnica per sfruttare al meglio la sua forza. La sua esperienza in LBA, maturata anche in  diverse leghe europee, gli ha dato quella durezza mentale che lo rende in grado di affrontare le sfide più difficili. Pinkins non è solo un difensore imponente, ma sa anche essere incisivo in attacco, con movimenti rapidi e con un gioco sotto canestro che può fare la differenza in una partita. La sua presenza dà equilibrio alla squadra, perché offre sia il fisico che la mentalità vincente per combattere in ogni momento. È il classico giocatore che fa il lavoro sporco, ma che riesce a emergere anche nei momenti decisivi. Dopo una stagione in chiaroscuro a Scafati cerca il riscatto.

Matteo Chillo è il nuovo Capitano e con lui Treviso non solo ritrova una colonna della storica promozione in LBA del 2018, ma un vero uomo squadra. Dalla partenza di Bowman, mancava un “Barba” carismatico. La sua esperienza, unita a un’intelligenza cestistica fuori dal comune, lo rende un punto di riferimento sia in campo che fuori. Chillo è il tipo di giocatore che non brilla solo nei numeri, ma che è in grado di dare una direzione alla squadra, di tenere alta la concentrazione nei momenti più delicati. Sotto canestro è solido, difensivamente è un muro, ma è anche capace di aprire il gioco con passaggi intelligenti e movimenti che favoriscono i compagni. Non si tira mai indietro nelle situazioni più complicate e ha un carattere da leader che lo rende fondamentale per mantenere coesione e spirito di gruppo. Come Capitano, Chillo è il collante che tiene insieme l’intero roster, e la sua capacità di leggere il gioco e prendere le giuste decisioni farà sicuramente la differenza in stagione. Acclamato dal pubblico, la sua presenza sarà importante anche nella gestione dei rapporti con la tifoseria, specialmente se ci saranno (e ci saranno!) momenti di down.

DeShawn Stephens è il nuovo Centro titolare, giocatore che sa come imporre la sua forza sotto canestro. Non si fa intimorire dalle sfide fisiche e ha una mentalità combattiva che lo spinge a dare il massimo in ogni situazione. Oltre alla sua presenza difensiva, in grado di intimidire gli avversari, Stephens è anche un attaccante che può far male sotto il ferro con schiacciate potenti e giochi in post. È un veterano che porta con sé molta esperienza, avendo giocato in diverse leghe e con diverse squadre (visto anche per uno scampolo di stagione a Sassari qualche anno fa e da li ripescato dal GM Pasquini). La sua esperienza nelle situazioni di alta pressione lo rende un giocatore cruciale nei momenti decisivi della partita, ed è il tipo di atleta che può essere determinante nelle partite più fisiche. La sua combinazione di forza e agilità gli consente di essere un punto di riferimento in ogni fase del gioco, soprattutto in difesa e nei rimbalzi.

Gregorio Allinei è un giovane (21 anni) dal grande potenziale, un talento che, pur essendo ancora agli inizi della sua carriera, ha già dimostrato ampi margini di crescita. Treviso ha deciso di mandarlo in prestito alla Juvi Cremona per permettergli di giocare con maggiore continuità e acquisire esperienza sul campo. Questo prestito non è solo una “scelta di mercato”, ma un chiaro segno della visione a lungo termine del club. A Cremona, Allinei avrà l’opportunità di sviluppare ulteriormente il suo gioco, perfezionando la sua tecnica e maturando psicologicamente in un ambiente competitivo. Dotato di buona visione di gioco e capacità atletiche notevoli, è un ragazzo che sa come farsi notare sia in attacco che in difesa. Il suo ritorno, una volta che avrà accumulato esperienza, sarà fondamentale per Treviso, che punta su di lui per un futuro di qualità. La sua giovane età e il suo talento sono segnali di un progetto che guarda oltre la singola stagione e ha l’ambizione di costruire un futuro solido attorno ai giovani promettenti.

Completano il roster i giovanissimi del vivaio Spinazzè, Guidolin e Muaremi.

Le Partenze: il peso degli addii

Ogni rivoluzione ha i suoi sacrifici. Ogni nuovo ciclo implica inevitabilmente delle chiusure, delle pagine che vengono voltate. Così, con il mercato estivo, il club trevigiano saluta nomi che sono stati parte integrante della sua storia recente.

Sir Ky Bowman: il più rimpianto, ma l’offerta della Reyer di dargli un ruolo di rilievo con possibilità di giocare le Coppe Europee era irrinunciabile; per molti sarà difficile riconoscerlo in maglia orogranata!

D’Angelo Harrison: croce e delizia dei trevigiani, ma mai entrato nel loro cuore, anzi…sceso in A2 a Bergamo: fine di un campione o linfa nuova per un nuovo inizio?)

Macura e Paulicap (entrambi in direzione Patrasso): il primo, scommessa di Giofrè i cui potenziali non sono mai stati pienamente esplorati nella scorsa stagione, il secondo pronto ad esplodere sul panorama europeo un Jackpot sotto canestro per Treviso, che ora dovrà meglio definirsi se in ruolo di centro o ala forte).

Partono senza particolari ripianti Mascolo (Scafati), Caroline (Saint-Quentin Basket-Ball), Mezzanotte (Sassari), Mazzola (Effe).

Ognuno di loro lascia dietro di sé un segno, nel bene o nel male. Ma voltare pagina è necessario per riscrivere il futuro.

Le Conferme: il filo che lega il passato al futuro

In mezzo a tanti volti nuovi, però, ci sono alcune costanti che non cambiano mai, che si intrecciano con il cuore pulsante della squadra e sono destinate a rimanere inalterate. Pellegrino, Torresani e Olisevičius sono tre ragazzi che, con la loro presenza, non solo arricchiscono il roster dal punto di vista tecnico, ma portano con sé una continuità emotiva che diventa un bene prezioso in una stagione di cambiamento.

Francesco “Ciccio” Pellegrino, con la sua energia e determinazione, con l’umiltà con cui è entrato in punta di piedi lo scorso anno, è un “working-class hero”. Non è il protagonista che cerca il riflettore, ma è il giocatore che, con il suo atteggiamento, infonde motivazione e spirito combattivo, essenziali per mantenere alto il morale e l’entusiasmo nel gruppo. La sua intelligenza in campo e la sua costante disponibilità a sacrificarsi per la squadra lo rendono uno dei punti fermi di Treviso, un legame tra il passato e il futuro, un simbolo di quella filosofia di gioco che ha sempre caratterizzato il club.

David Torresani, fresco camione d’Europa Under 20, giovane ma anche lui con un buon bagaglio di esperienze, è l’emblema della speranza che, pur essendo ancora in fase di crescita, possa diventare una risorsa fondamentale per il club. La sua versatilità e la capacità di adattarsi ai diversi ruoli in campo lo pongono come uno degli elementi su cui il club punta per svilupparsi nei prossimi anni. La sua permanenza a Treviso non è solo una scelta tecnica, ma anche una dichiarazione di intenti: quella di far crescere i giovani all’interno di un sistema che sappia unire l’esperienza alla freschezza. Sulla scia di Coach Rossi e del veterano Ragland potrebbe guadagnare quello speed-up che tutti si aspettano.

Infine, Osvaldas “Osy”Olisevičius è il giocatore che rappresenta la connessione tra la cultura cestistica che Treviso ha sempre abbracciato e la nuova visione che sta nascendo. Il suo talento, unito alla sua energia e alla capacità di leaership, ha già conquistato il cuore dei tifosi, ma la sua presenza non è solo una questione tecnica. È un legame, una prova tangibile del fatto che Treviso continua a puntare sui giocatori che incarnano il valore di appartenenza, di passione per la maglia. La sua dedizione alla causa, la capacità di combattere su ogni pallone, è il tipo di atteggiamento che tiene viva la tradizione, pur guardando con speranza al futuro.

La loro continuità è quella che darà al nuovo gruppo la spinta necessaria per formare una vera e propria squadra, capace di unire i cuori e i sogni di chi non ha mai smesso di credere nella squadra.

In un momento di cambiamento, avere questi “pilastri” è fondamentale. In loro c’è la speranza che il rinnovamento non significa solo “cambiare”, ma anche “continuare”. Il cambiamento, infatti, è un motore potente, ma per riuscire a farlo girare senza perdere il senso di appartenenza, è essenziale che ci siano legami forti, emozionali, che trascendono il gioco stesso. E questi ragazzi, con il loro spirito, sono proprio quei legami.

La Guida: Alessandro Rossi, una promessa da mantenere

E poi c’è il coach. Alessandro Rossi. Ha guidato la nazionale Under 20 al titolo di Campione d’Europa (titolo che non arrivava da quando nel 2013 Amedeo Della Valle scriveva come MVP una delle pagine indelebili per gli azzurrini).

Il suo nome non è ancora scolpito nella pietra, ma è un tecnico che si sta costruendo una reputazione partita dopo partita. Energico. Tono di voce carismatico.

Sa come organizzare una squadra, come farla funzionare. La sua identità tattica è chiara: un basket che parte dalla difesa (parametro spesso poco in evidenza la scorsa stagione) e dall’aggressività, solido, organizzato, ma anche capace di evolversi in base alle necessità. È un allenatore che sa come mettere ogni singolo giocatore nelle condizioni di esprimersi al meglio, che sa come curare i dettagli. Un uomo che, con il suo staff composto da Aberto Morea e Mattia Consoli, rappresenta una certezza, una base solida su cui costruire il futuro. La sua capacità di leggere le partite, di dare un’identità alla squadra, potrebbe fare la differenza in una stagione che si preannuncia equilibrata e  complicata.

Per Federico Pasquini, non servono presentazioni. E’ una bibbia del basket. Dopo il capitolo vincente a Sassari ha scelto Treviso per portare un progetto che mescola talento a esperienza.

Non si deve dimenticare una delle armi in più di Treviso. La presenza della leggenda Denis Marconato (player developement coach): bandiera di treviso e della Nazionale campione di Atene, tra i migliori pivot della storia cestistica italiana, con la sua infinita esperienza pùò essere dinamite soprattutto per i giovani che hanno la possibilità di confrontarsi giornalmente con lui.

Analisi: un progetto in divenire

Guardando il roster, è come osservare una tela nuova. I contorni sono già tracciati dal DS Pasquini, ma i colori devono ancora essere stesi. Quello che emerge è una squadra con una profondità limitata e con una mistura di esperienza e gioventù (forse più a favore dell’esperienza). Ci sono i leader, ci sno gli “operai”, ci sono i giovani pronti a farsi spazio. C’è fisicità, c’è talento, ma anche una forte dose di coraggio.

Tutto da vedere il tema sotto le plance dove Stephens per ora rimane ancora un’incognita, e salvo novità in corso d’opera Pellegrino sarà il gregario a dargli minuti di respiro. Treviso non è certo famosa per i propri lunghi.

Sul fronte esterni invece le promesse da mantenere saranno molteplici, una su tutte MARS Abdur Rackhman.

Sarà compito di Olisevicius tenere la barra a dritta per tutto il campionato.

La criticità maggiore, come sempre, risiede nell’integrazione: tanti volti nuovi, tante storie diverse da cucire insieme. La chimica, l’amalgama tra giocatori, diventerà la chiave di volta per il successo. Se il gruppo riuscirà a diventare squadra, se riuscirà a ritrovare quella sinergia che ha fatto grande il vecchio basket trevigiano, il Palaverde potrà tornare a brillare.

Il Voto: 6,5/10, ma con una promessa

Il mercato di quest’anno si può considerare un compromesso tra necessità di sicurezze e qualche scommessa, ma anche un tentativo di riscrivere una storia che, negli ultimi anni, ha conosciuto troppe ombre. Il voto è contestualizzato alle risorse limitate a disposizione e agli obiettivi del club. È un mercato coraggioso, che punta su giocatori di talento e su una squadra che, pur con qualche incognita (lunghi e playmaker in primis), potrebbe davvero diventare qualcosa di speciale.

La stagione che sta per iniziare potrebbe essere quella della transizione, quella in cui il gruppo impara a conoscersi e a sviluppare la propria identità; in tal caso guadagnarsi un salvezza tranquilla potrebbe essere il primo passo.

Potrebbe però rappresentare l’inizio di un ciclo nuovo, più duraturo, capace di riportare a sorpresa Treviso nelle zone medio alte della classifica. Perché a Treviso, il basket non è mai solo un gioco. È un racconto che continua, in cui ogni stagione aggiunge una nuova pagina alla storia di una passione che non morirà mai.